Morto Marsalis, leggenda del jazz tradizionale. È stato maestro dei figli Branford e Wynton

Aveva 85 anni ed è morto a causa del coronavirus. New Orleans in lutto

Il Coronavirus miete una illustre vittima nel mondo del Jazz. Colpito dalla malattia, è morto, ieri, il musicista americano Ellis Marsalis, stella del jazz. Considerato una leggenda della scena musicale di New Orleans, tra i principali pianisti di modern jazz e patriarca di una famiglia di sei talenti, aveva 85 anni.

Originario di New Orleans, era il padre di Wynton e Branford e li aveva educati alla musica anche se, paradossalmente, divenne famoso quando essi raggiunsero il successo internazionale.

«Mio padre e stato un gigante della musica e un insegnante, ma anche in grande papà», ha commentato Branford. «New Orleans ha perso una delle sue ultime stelle più luminose», ha chiosato Winton.

Ellis era nato con in braccio il sax tenore, ma è passato rapidamente al pianoforte, diventando un maestro del Dixieland. «La tastiera era il mio vero strumento - ricordava - con il piano ho espresso tutto quello che avevo nel cuore e nell'anima».

Ellis Marsalis si affermò più di 50 anni con il suo primo lavoro, The Groovy Boys e da allora ha avuto una grande influenza nella musica jazz. Ha suonato con i più noti jazzisti modern, tra cui Cannonball Adderley, Nat Adderley e Al Hirt, diventando uno dei pianisti jazz più stimati nell'ambito del modern jazz. Ha inciso una ventina di dischi e ha collaborato a album di altri grandi jazzisti come David Newman, Eddie Harris, Marcus Roberts e Courtney Pine. Come pianista si è dedicato anche all'insegnamento.

Tra i suoi album più suggestivi e fortunati vanno ricordati Father and Sons con Wynton e Branford e alcune performance anche con il figlio minore Delfeayo al trombone. Nel suo carnet anche un sentito album dedicato a Duke Ellington.

Per capire la sua importanza come artista basta citare l'«Ellis Marsalis Center for Music» costruito in suo onore, e le parole

del sindaco di New Orleans, LaToya Cantrell, il quale ieri, come ultimo saluto, ha dichiarato: «Era una leggenda, il prototipo di quello che intendiamo per jazz di New Orleans». Di sicuro mancherà a tutti gli appassionati.

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