Musei affollati? Certo, se non si paga l'entrata

Franceschini sforna dati trionfalistici. Sono reali, ma gonfiati dalle domeniche gratuite

Musei affollati? Certo, se non si paga l'entrata

"Nuovo record per i musei italiani", titolano i comunicati del ministero dei Beni e delle Attività Culturali. "Da 38 milioni di biglietti nel 2013 siamo passati a 44,5 milioni nel 2016: 6 milioni di visitatori in più in un triennio, che rappresentano un incremento del 15%", spiega il ministro Dario Franceschini, parlando di un aumento degli incassi pari a 45 milioni di euro. I commentatori, Salvatore Settis in primis, si allineano, spiegandoci «perché ci piacciono sempre di più i musei".

I numeri del Mibact però vanno letti con attenzione: quel che le note del ministero non dicono è che l'aumento degli ingressi è gonfiato. Nel 2013, il botteghino registrava 38,4 milioni di visitatori. Nel 2014 si è saliti a 40,7, che sono cresciuti sensibilmente sino a 43,2 nel 2015, per arrivare a 44,6 a fine 2016. Come mai questo boom? Semplice. A partire dalla metà del 2014 Franceschini ha introdotto le domeniche gratuite (una al mese), che nel primo anno hanno generato da sole un milione e mezzo di ingressi, nel secondo tre milioni e mezzo e nel 2016 tre milioni. Dunque, la crescita di quindici milioni di visitatori nel quadriennio è in realtà legata per più del 50% a quest'iniziativa. Nell'anno appena concluso, le dodici domeniche gratis hanno totalizzato da sole 3,1 milioni di visitatori. Dunque, in dodici giorni si è fatto quasi un decimo dei biglietti. Ci piacciono sempre di più i musei, soprattutto se gratis.

Secondo elemento: il risultato italiano è anche il frutto delle difficoltà registrate dai Paesi direttamente concorrenti quanto a offerta di turismo culturale. Il Louvre nel 2016 ha perso il 15% dei visitatori, con 1,3 milioni di biglietti in meno (7,3 contro gli 8,6 del 2015 e a fronte di un record di 9,7 milioni che risale al 2012). In particolare il rischio-terrorismo e la percezione di scarsa sicurezza ha determinato una flessione del 31% dei visitatori americani, del 18% di quelli cinesi e addirittura del 61% tra i giapponesi. Regno Unito, Germania, Belgio, Olanda e anche Paesi emergenti sul piano del turismo come la Turchia hanno subito un calo delle presenze legato agli stessi motivi. Di contro, gli scali aeroportuali come Malpensa e Orio al Serio fanno registrare aumenti record di transiti, e Roma ha beneficiato del Giubileo. Non a caso il Lazio è nettamente la regione dove si concentrano ben 19 milioni di visitatori, davanti agli 8 milioni della Campania e ai 6 della Toscana. Le prime tre regioni, dunque, da sole valgono oltre 33 milioni di biglietti. La Lombardia, per esempio, nonostante il record di turisti a Milano, non va oltre 1,7 milioni di presenze.

A fronte della crescita complessiva, molti musei registrano infine numeri sotto le 100mila presenze.

È il caso del Museo Nazionale Etrusco di Valle Giulia (70mila) della Galleria Nazionale dell'Umbria (65mila), della Pinacoteca Nazionale di Bologna (46mila). Numeri che equivalgono a meno di duecento ingressi al giorno. La fragilità strutturale del sistema, insomma, resta: contro quella non c'è domenica gratis che tenga.

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