Il norvegese Hans Petter Moland dirige "Un uomo tranquillo", remake americano del suo film "In ordine di sparizione" del 2014.
Nels Coxma (Liam Neeson) è stato nominato cittadino dell’anno a Kehoe, località sciistica sulle Montagne Rocciose in cui guida lo spazzaneve. Quando il figlio Kyle (Micheál Richardson, figlio di Neeson anche nella vita reale) viene trovato morto a causa di una presunta overdose, Nels inizia a indagare e scopre che si è trattato di un regolamento di conti per un affare di droga finito male al quale in realtà il ragazzo era estraneo. Scegliere la via della vendetta personale porterà l'uomo a innescare una faida tra due cartelli rivali, quello guidato dal sadico Trevor ‘Il Vichingo’ Calcote (Tom Bateman) e quello di una banda di nativi americani.
Dalla sinossi sembra che "Un uomo tranquillo" segua il classico canovaccio da revenge-movie, filone in cui Neeson negli ultimi anni è diventato un'icona grazie alla saga "Taken" ("Io ti troverò" in Italia). Eppure non è così, perché se è vero che siamo di fronte ad un individuo che decide di farsi giustizia da solo, è altrettanto evidente che la narrazione sposi stili diversi, mischiando continuamente la violenza di un action-thriller a battute e momenti surreali da black comedy. La commistione disomogenea di toni tanto contrastanti regala bizzarria all'insieme, anche se l'effetto può essere straniante: all'incipit drammatico fanno seguito scene in cui sono sempre più numerosi piccoli intermezzi comici atti a spezzare la tensione, infine il retrogusto trash e tragicomico raggiunge l'acme nell'ultima scena. A fare da collante tra humor e vendetta sono le numerose citazioni cinefile, da Tarantino ai fratelli Coen.
Il villain principale, l'egocentrico Vichingo, è caratterizzato in maniera volutamente sopra le righe così come i suoi scagnozzi, tutti uccisi in modi variopinti e i cui improbabili nomi finiscono a tutto schermo su cartelli in stile "annuncio mortuario" dipartita dopo dipartita.
Chi ama Liam Neeson nei panni di giustiziere farà bene a non perdere "Un uomo tranquillo" non tanto per il valore della
pellicola quanto perché potrebbe essere l'ultima della carriera dell'attore, reo di recenti dichiarazioni politicamente scorrette per le quali è stato frettolosamente e pretestuosamente tacciato di razzismo e messo alla gogna.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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