Una folla commossa ha salutato, ieri, Franca Valeri al teatro Argentina a Roma, a partire dalle diciassette. Già prima dell'apertura della camera ardente si è formata una composta coda di personalità e semplici cittadini con la mascherina. Il feretro della grande attrice era appoggiato direttamente sulle assi del palco, lei stessa ha voluto così. Nessun tappeto a separare il legno della bara e quello del proscenio, in quella zona che sta tra la tenda rossa e la cavea. Mentre riceveva l'ultimo omaggio dei suoi ammiratori, nella grande sala del teatro veniva mandata in filodiffusione la voce dell'attrice in alcuni dei suoi monologhi più famosi. Scelti con il filo rosso di un tema a cui teneva molto: l'emancipazione delle donne.
È stata l'attrice stessa a scegliere il teatro come ultimo luogo d'incontro con il pubblico che l'aveva tanto amata. Come ha spiegato la figlia adottiva Stefania Bonfadelli: «Ho voluto che la camera ardente fosse in teatro, al Teatro Argentina perché Franca doveva tornare in palcoscenico, era un suo desiderio, e il teatro è stata la sua religione». Il funerale della eterna Signorina Snob invece si svolgerà in forma privata. Lo ha sempre raccontato la figlia che ha anche spiegato come si svolgerà il funerale in forma privata: «La sua unica religione era il teatro. Mia madre era molto vicina all'ebraismo, ma sarà sepolta in un cimitero cattolico, con una semplice benedizione e non con un funerale religioso, soltanto perché aveva espresso il desiderio di riposare accanto al suo compagno, il direttore d'orchestra Maurizio Rinaldi». Nel suo ultimo viaggio la Valeri porterà al collo una stella di David «Gliela portai io venti anni fa da Gerusalemme e non se l'è mai tolta», sarà vestita con l'abito di scena di Non tutto è risolto, disegnato da Roberto Capucci, lo stilista che l'ha sempre accompagnata nel suo percorso professionale. Il luogo di sepoltura verrà mantenuto riservato e la famiglia dell'attrice ha pregato tutti di non mandare fiori ma di fare delle donazioni alla fondazione che la Valeri aveva creato per aiutare gli animali che amava moltissimo: la Franca Valeri Onlus.
Tra i molti visitatori ieri al Teatro Argentina l'attrice Simona Marchini. Sono arrivati ed entrati anche il vicesindaco di Roma, Luca Bergamo e l'ex sindaco Francesco Rutelli con la moglie Barbara Palombelli. Rutelli l'ha ricordata così: «È stata una campionessa assoluta d'ironia, ma anche una rivoluzionaria rappresentante del femminile in anni in cui le donne potevano solo subire». Tra i primi ad arrivare l'attore Urbano Barberini: «A tutti noi mancherà un'attrice e un'autrice che ha insegnato all'Italia a ridere di se stessa, e quindi ad essere più consapevole, a perdonarsi e a perdonare». «Era unica, non ci sarà mai un'altra come lei» ha detto, entrando, invece lo stilista Roberto Capucci, novantenne, che ha vestito Franca Valeri fino alla fine, visto che anche l'ultimo abito è suo. Sophia Loren invece ha inviato rose rosse ed orchidee.
Un'altra corona di fiori con i colori della Capitale le è stata posta a fianco; in platea invece quella del Comune di Milano, città di cui la Valeri era originaria. Ieri per altro il deputato del Pd Emanuele Fiano ha lanciato la proposta: «Dovremmo dedicarle subito una via nella sua Milano».
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