"Presto la mia voce rock ai classici italiani. E intanto sogno la Scala"

In un Mandela Forum tutto esaurito la prima data di Hitalia.Rocks, il nuovo tour della Nannini

"Presto la mia voce rock ai classici italiani. E intanto sogno la Scala"

nostro inviato a Firenze

Lei entra in scena e, bum!, il palco diventa rock a modo suo, della Gianna suvvia, grintoso ma mai esagerato e volgare. Firenze, Mandela Forum tutto esaurito, prima data del suo tour «Hitalia. Rocks» che venerdì prossimo passerà dal Mediolanum Forum di Assago. Obiettivo: celebrare il triplo disco di platino per i classici di «Hitalia», una vera manna in questa siccità di vendite. E poi «cantare i miei vecchi brani e dare una voce rock ai classici italiani come Lontano dagli occhi , La canzone di Marinella , Un'avventura », come spiega lei appena dopo il soundcheck, occhi sorridenti e tenuta scombiccherata da palco. È appena tornata da «Rock meets classic», megatour in Austria, Svizzera e Germania nel quale era special guest di leggende rock come Ian Gillan dei Deep Purple: «È stata un'esperienza eccezionale. Certo, avere alle spalle la Bohemian Symphony Orchestra obbliga a dosare bene la voce e a calibrare i toni, per quanto possibile». Lei, che ha una voce zeppa di frequenze ma indomabile, ce l'ha messa tutta, anche se, dice, «la mia specialità è andare fuori tempo». Come all'ultimo Festival di Sanremo, dove ha interpretato Sei nell'anima zoppicando assai: «Lì l'è successo un casino (sui social aveva usato il toscanissimo “un troiaio”, ndr ) perché avrei dovuto cantare O sole mio con Massimo Ranieri ma poi lui non è venuto e abbiamo cambiato programma all'ultimo momento».

Invece qui a Firenze tutto è filato liscio come l'olio, con una voce quasi sempre impeccabile, persino sui toni potenti e distesi di Volare , una scaletta di diciassette canzoni per un paio d'ore introdotte dal sempre più sorprendente Enrico Nigiotti. Ciò che stupisce, nella platea della Nannini, è l'eterogeneità del pubblico, dal ragazzino alla signora ingioiellata, dal rockettaro duro e puro al nostalgico dei new romantics con tanto di tatuaggio dei Soft Cell.

In fondo la Nannini è in giro da oltre tre decenni e si ricorda del primo tour con Guccini «che è sempre il più rock di tutti i cantautori». 1979, primo concerto tesissimo. «Ero appena arrivata dalla Grecia dove ero stata tre giorni in galera per oltraggio a pubblico ufficiale. Avevamo provato molto poco, io non avevo voce e il pubblico ha iniziato a urlare “scema scema”. Ma quando durante il concerto canto la sua Dio è morto , che è una canzone di speranza, penso a mia figlia Penelope e al suo futuro». Invece il futuro della Gianna, come la chiamano anche nei camerini del Mandela Forum, è pieno di progetti (oltre all'attesa per la vertenza sulla sua presunta evasione fiscale: «Con questa faccia qui che cosa volete che abbia fatto?»). Un disco nuovo scritto con Pacifico. Forse qualche altro brano inedito.

E il sogno dei sogni: un tour italiano con un'orchestra sinfonica: «Mi piacerebbe richiamare la Bohemian Symphonic e sogno di andare anche alla Scala, finora non è stato possibile ma mai darsi per vinti». Parola di una che non l'ha mai fatto.

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