Il principe William fa fuori il figlio della Regina

Il duca di York è sempre più solo, la royal family, a partire dal principe Carlo e dal principe William, sta tentando di ostracizzarlo definitivamente

Il principe William fa fuori il figlio della Regina

Il principe Andrea è una mina vagante per la royal family. Così la penserebbero il principe William e il principe di Galles, decisi a proteggere la Corona, la cui sopravvivenza sarebbe minacciata dallo scandalo Epstein e dalle accuse di violenza sessuale che Virginia Roberts Giuffre ha formulato contro il duca di York.

Il principe Andrea isolato dai Windsor

La royal family sarebbe stanca di Andrea e sempre più preoccupata dalle conseguenze degli scandali del principe. Questo sostiene, al Sunday Times, l’esperta Roya Nikkhah, secondo la quale i principi William e Carlo starebbero allontanando il duca di York dal centro del potere, isolandolo dalla famiglia e dalla vita di corte. Se il principe Andrea sperava, presto o tardi, di riprendere la vita pubblica al servizio di Sua Maestà, dovrà ricredersi. Secondo Roya Nikkhah il duca il duca di Cambridge considera lo zio una “minaccia”, mentre l’erede al trono sarebbe “furioso” e avrebbe negato al fratello il sostegno della famiglia.

Del resto le accuse che pendono sul principe Andrea sono di inaudita gravità: violenza sessuale su una minorenne. La riottosità del duca a collaborare con la giustizia, poi, non ha fatto che renderlo ancora di più inviso all’opinione pubblica. Carlo e William temono che la monarchia crolli sotto il peso di una tale enormità. Un insider ha rivelato al Sunday Times: “Non c’è alcuna speranza che Andrea torni in prima linea. William non è di certo un sostenitore di suo zio e crede che questa ostinazione di Andrea sia molto pericolosa, anche perché quest’ultimo dimostra ogni volta di non avere rispetto verso la sua stessa famiglia”.

Il duca di York viene dipinto come un uomo indifferente alle regole, sicuro che per lui non valgano e che non gli verrà mai negato aiuto dai suoi stessi parenti. A corte molti lo considererebbero un “maleducato e arrogante”. Un’altra fonte afferma: “Carlo vuole molto bene a suo fratello, ma la questione continua a danneggiare la famiglia reale e tutta l’istituzione, è impossibile tornare allo status quo precedente, le accuse sono troppo gravi”.

Terra bruciata intorno al principe Andrea

La royal family avrebbe così tanta paura di un danno d’immagine che dopo la morte del principe Filippo, l’erede al trono si sarebbe affrettato a girare un filmato per omaggiarlo, in modo da scongiurare il pericolo che lo facesse prima il duca di York. Stando al Sunday Times persino la sovrana sarebbe sempre più fredda nei confronti del principe Andrea. Eppure, in questi giorni, sta anche circolando la voce secondo cui la regina Elisabetta avrebbe già sborsato un milione di euro per pagare le spese legali del figlio. Un gesto presunto, ma che sta già facendo discutere.

Forse, però, non c’è alcuna contraddizione tra il possibile sostenere della Regina e il suo distacco verso il figlio. Ovvero Sua Maestà potrebbe aiutarlo economicamente al solo scopo di risolvere la situazione al più presto, prima dell’inizio del Giubileo di Platino e non certo perché voglia proteggere Andrea. Un altro insider ha comunque chiarito: “[Il duca di York] non sta utilizzando denaro pubblico per le sue vicende private”. Tuttavia il principe Andrea continuerebbe ad avere un atteggiamento fin troppo calmo e rilassato, come se non avesse inteso la precarietà della sua situazione.

La royal family, invece, avrebbe capito fin troppo bene cosa rischia se il duca di York non viene immediatamente e per sempre ostracizzato dalla vita pubblica.

Sembra che il principe Carlo, la principessa Anna e il principe Edoardo si siano riuniti, lo scorso gennaio, proprio per decidere le sorti del fratello e sarebbero giunti alla conclusione che nemmeno una sua eventuale assoluzione potrebbe farlo tornare ai suoi doveri pubblici. Il percorso del duca appare ormai segnato e assomiglia sempre di più a un lento e inesorabile tramonto.

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