Il Circolo degli Anelli, prima serata su Rai 2 e nessuna possibilità di rivedere il programma in Rete, è diventato per molti italiani l'appuntamento fisso per seguire le Olimpiadi. Merito di Alessandra De Stefano - vera mezzofondista del racconto sportivo - ma anche di ospiti che sono dei campioni assoluti come Sara Simeoni e Jury Chechi. Una narrazione divertente e divertita del contesto olimpico che ha trovato soprattutto nella Simeoni una inaspettata sparigliatrice delle liturgie televisive a partire dalla capacità di giocare col trucco e col parrucco. Tanto che sui social sono in molti a chiedere che spenta la fiaccola olimpica non si spenga il riflettore su sport, a partire dall'atletica, che ci danno tanto ma si raccontano solo una volta l'anno. Ne abbiamo parlato proprio con Sara Simeoni che conoscevamo per il suo palmares infinito - primatista mondiale, medaglia d'oro per il salto in alto a Mosca nel 1980, 14 volte campionessa italiana e detentrice del record italiano di salto in alto per 36 anni (e questo sunto tralascia decine di altri risultati internazionali eccezionali)- e ora conosciamo anche come anchorwoman da podio.
Sara Simeoni un successo di pubblico veramente incredibile: come ci siete riusciti?
«Ce lo siamo chiesti anche noi. Secondo me è nata un'alchimia legata al fatto di essere ex atleti o atleti. Ci si è trovati, anche venendo da sport diversi c'è un denominatore comune che ti porta a voler trasmettere tutta la positività che c'è nello sport».
E infatti molti sui social chiedono che si continuino a raccontare questi sport in questo modo anche fuori dal contesto olimpico, a partire dall'atletica.
«Mi fa piacere. Io era da troppo che aspettavo un'atletica italiana così, è stato meraviglioso. Ovviamente l'olimpiade è l'olimpiade e non ci sono eventi paragonabili. Ma certo si può cercare di raccontare di più e meglio gli atleti. Non si può ridurre tutto alla medaglia. Sarebbe bello raccontare gli sport con continuità, gli atleti lo meritano. E se in più il pubblico si diverte io sono felice e posso solo dire grazie».
Nella trasmissione siete riusciti, spesso proprio grazie a lei, a mantenere un tono leggero, diverso dal solito usato per raccontare lo sport...
«È stata bravissima Alessandra De Stefano a coordinare il tutto. Io ero un po' una palla impazzita e non si sapeva dove sarei andata a rimbalzare... Era una situazione completamente nuova per me. Secondo me era importante fare una narrazione sportiva che non fosse solo tecnica. Non si può raccontare sempre e solo lo sport in modo pesante, mettendo sempre in risalto solo e soltanto il sacrificio. Certo che c'è sacrificio nello sport ma è anche bellissimo, e divertente. Volevamo dare quel messaggio, sdrammatizzando certi rituali».
Lei ha messo in campo anche pettinature e travestimenti da vera showgirl. Se lo sarebbe aspettato?
«È stata una continua sorpresa anche per me... Il parrucchiere della trasmissione si è divertito come un matto perché vedeva che al trucco e parrucco mi divertivo tantissimo anche io. Questa è stata anche un olimpiade non facile e piena di significati. Per noi ha significato anche la speranza di uscire dalla situazione creata dal Covid di cui non ne possiamo più, ci ha rotto l'anima... Ecco spiegata anche la voglia di divertire e divertirsi. Mi fa piacere che il pubblico lo abbia capito e apprezzato».
Oggi, rispetto a quando gareggiava lei, lo sport vede gli atleti essere sempre più personaggi pubblici. Tanto che l'allenatore del volley è intervenuto con un «ragazze un po' meno social»...
«Anche ai miei tempi si guardava al look e si cercava di andare in gara carine. Certo ora la pressione è molto più alta e a volte mi chiedo come questi atleti possano reggere l'impegno della celebrità. Però sono cresciuti in questo contesto e sono abituati.
Io ad esempio dopo la trasmissione ho un gran bisogno di riposarmi... Però davvero mi piacerebbe che restasse aperta la possibilità di raccontare di più questi sport che, lo ridico, non durano solo il tempo di una medaglia. Ci sono tante storie da raccontare e sono storie bellissime».
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