Sanremo, la prima volta di Piero Pelù e l'endorsement alle Sardine: "Per fortuna sono arrivate"

Da sempre politicamente impegnato, Piero Pelù sarà sul palco di Sanremo e alla vigilia della kermesse si prodiga in un elogio alle Sardine, secondo lui un'arma contro il "fascismo 2.0"

Red carpet Sanremo 2020
Red carpet Sanremo 2020

Oggi prende il via il 70esimo festival di Sanremo e Piero Pelù sarà uno dei concorrenti che si contenderà la vittoria finale. Il Corriere della sera ha intervistato El Diablo, che per la prima volta salirà sul palco dell'Ariston, una decisione inaspettata da parte di un artista che è sempre stato contro il sistema e le sue omologazioni.

Piero Pelù ha deciso di partecipare al festival di Sanremo per celebrare il traguardo dei 40 anni di carriera. Prima di lui altri cantanti atipici per l'Ariston hanno deciso di suonare sul palcoscenico più nazional popolare del Paese: i Subsonica, Vasco Rossi, Rino Gaetano e Zucchero sono solo alcuni degli artisti che hanno onorato il Festival con la loro musica. Piero Pelù fa parte della stessa generazione di rocker di Ligabue e Vasco, entrambi definiti nazional popolari da El Diablo: "Ammiro Vasco e il Liga, il loro modo di pianificare il lavoro in ogni minimo dettaglio, compresa la scrittura. Se vuoi essere nazionalpopolare devi pagare un prezzo. Il mio modo di scrivere invece è ancora legato all’istinto, al bambino che ho dentro: Peter Pan, o meglio Peter Punk. Ho degli impeti pazzeschi, poi magari sto fermo per mesi."

La musica di Pelù è sempre stata impegnata e politicamente schierata. È famosissima la sua canzone contro la guerra in Kosovo, prodotta a quattro mani proprio insieme a Luciano Ligabue. Da sempre uomo di sinistra, El Diablo ha però una sua concezione del binomio arte-politica: "Un artista deve essere sempre critico, sempre contro il potere. Ribelle, rivoluzionario, anarchico. Io sono di sinistra, ma detesto tutte le dittature, anche quelle rosse. Al ritorno da Cuba criticai Castro, e i comunisti di casa nostra mi massacrarono." Con i Nomadi ha suonato a Sarajevo pochi giorni prima dell'inizio dei bombardamenti e ha incitato il pubblico a spogliarsi in segno di protesta contro la guerra e loro lo fecero, assecondando Pelù, in quel momento assurto al ruolo di leader.

Piero Pelù è nato e cresciuto in una famiglia borghese. Suo padre, primario di radiologia, e sua madre oggi hanno 90 e 80 anni: "A casa loro ho appeso decine di cartelli: 'Ricordarsi di guardare Piero a Sanremo'." Per loro non fu facile accettare le scelte artistiche del figlio, per il quale avrebbero voluto una carriera professionale diversa, magari con una laurea in tasca. "Dopo anni di conflitti hanno capito che avrei potuto fare un lavoro diverso dall’avvocato o dal dentista. Ho sempre adorato la musica. Da piccolo cantavo a squarciagola e registravo le canzoni, comprese quelle di Sanremo", ha detto Piero Pelù, che per la serata dei duetti ha scelto Cuore Matto di Little Tony. È un brano in linea con il tema della lotta alla violenza sulle donne che Amadeus vuole portare avanti dal palco dell'Ariston e Pelù lo riporterà a Sanremo con un duetto virtuale con Little Tony. La sua canzone in gara a Sanremo è dedicata al nipote Rocco e ai detenuti dell'istituto di pena minorile di Nisida. È pronto a ricevere le critiche dei fan nostalgici delle sonorità del passato ma anche degli haters, immancabili: "Consiglio agli hater di fare più sesso, e non da soli... Ho fan nostalgici degli anni Ottanta, dei Novanta e degli Zero. Ti dicono che non sei più quello di allora. Non rinnego nulla, ho fatto il minatore del rock per quattro decenni, ma per me è importante che nulla suoni come quello che ho già fatto."

Da artista politico schierato a sinistra, Piero Pelù riconosce a Berlusconi, Salvini e la Meloni grandi capacità comunicative ma è convinto che in Italia stia per instaurarsi una nuova forma di fascismo: "Un fascismo 2.0, con altri strumenti di comunicazione e persuasione. L’antisemitismo, il negazionismo, il razzismo... Per fortuna sono arrivate le Sardine." El Diablo vanta il movimento appena nato preferendolo al Partito Democratico per la formazione dei giovani che l'hanno istituito.

Al Corriere ha parlato delle droghe, del suo consumo negli anni e della sua attuale battaglia contro eroina e cocaina, anche se è favorevole alla liberalizzazione delle droghe leggere, nonostante non fumi più canne.

È in parte d'accordo con chi attribuisce a un certo tipo di rock la causa della diffusione delle droghe tra gli anni Settanta e Ottanta e preferisce non esprimersi sulla polemica che ha colpito Junior Cally: "Ho tre figlie femmine e non mi va di entrare nell’argomento di quei testi. Forse sono lo specchio di una generazione cresciuta davanti alla tv commerciale. Ma non tutto il rap è così: Salmo è forte."

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