Sciopero alla Scala, salta "Romeo et Juliette"

Il palco è inclinato: più soldi o niente prima. Il coro chiede un incentivo per portare un costume e muoversi in scena

Lo spettacolo Romeo et Juliette che avrebbe dovuto inaugurare il 19 dicembre alla Scala la stagione del balletto, porobabilmente non andrà in più in scena. A bloccare la rappresentazione uno sciopero indetto dalle rappresentanze sindacali Cgil, Uil e Fials del Coro e del Corpo di Ballo. Lo ha annunciato ieri «con grande rammarico» la Direzione del teatro, spiegando che il Coro ritiene «che cantare in palcoscenico e in costume in uno spettacolo di danza costituisca una “prestazione speciale” da retribuire in via extracontrattuale». E quanto alle richieste, non sono bruscolini: secondo indiscrezioni la «proposta» iniziale, nettamente rifiutata dal Teatro, è stata di 400 euro a rappresentazione (11 in totale) per i coristi che non si muovono in scena (56) e di 600 per gli altri che sulla scena devono eseguire alcuni movimenti coordinati con quelli del corpo di ballo (16). Il conto di quanto la Fondazione Scala si sarebbe trovata a spendere è presto fatto un totale di 32mila euro in più a spettacolo.

Ma non si tratta solo di una questione di denaro ma anche di principio come spiega Carlo Maria Cella addetto stampa della fondazione: «Il coro è regolarmente pagato; se passasse il principio che accompagnare un balletto cantando, solo perché non è un'opera, o che pochi movimenti in scena siano una prestazione speciale, sarebbe devastante. Tutto potrebbe diventare una prestazione speciale. Il contratto nazionale non può prevedere ogni tipo di casistica». E se il coro non vuole cantare ai balletti, men che meno vuole indossare costumi e muoversi sul palco, il corpo di ballo denuncia problemi di inclinazione. Insomma i sindacalisti con le scarpette, forse ingolositi dalle richieste dei colleghi con l'ugola d'oro, hanno fatto sapere, che «la difficoltà di danzare su una piattaforma in declivio debba essere ricompensata con una “gratifica concreta”». Secondo la Scala senza nemmeno precisare tanto bene quale gratifica. Invece è certificata la pendenza della piattaforma: 2 per cento,non proprio un quarto grado da scarponi e rampone. E così già si parla di rimborso dei biglietti al pubblico, procedura umiliante e complicata. Anche se i sindacalisti hanno cercato di riaprire una porta in extremis per bocca di Giancarlo Albori (Cgil): «Per noi la trattativa non era ancora chiusa».

C'è invece da chiedersi come la prenderà la coreografa e ballerina Sasha Waltz, una delle più famose

al mondo, che firma lo spettacolo. Forse persino per lei che di esperienza non manca è la prima volta che una «prima» rischia di saltare per «declivio» o perché un coro trova inconcepibile cantare con un costume addosso.

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