Dal 28 novembre sono disponibili su Apple TV+ i primi tre episodi di Servant, serie tv horror che si aggiunge ad un catalogo già di tutto rispetto.
In questi giorni dominati dall’uscita su Netflix di The Irishman passa in sordina l’esordio in streaming di Servant, serie tv horror che è balzata alle cronache per il coinvolgimento di M. Night Shyamalan, regista de Il sesto senso e Unbreakable - Il predestinato.
Servant, la trama
I coniugi Turner sono una coppia borghese di Philadelphia. Sean Turner (Toby Kebbell) si definisce un “bon vivant”, lavora da casa e collabora con gli chef dei ristoranti creando ricette. Passa quindi le sue giornate a cucinare, fotografare i suoi lavori e bere vino. L’alcol in particolare è una presenza fissa, in bella vista fin dai primi minuti del primo episodio e riproposto poi in più occasioni. La moglie di Sean, Dorothy (Lauren Ambrose), è una giornalista televisiva, una donna in carriera che guadagna più del marito e che ora deve rientrare al lavoro dopo il periodo di maternità. Entra così nelle loro vite una giovane babysitter.
Leanne Grayson (Nell Tiger Free, vista in Too Old to Die Young) è una ragazza del Wisconsin, chiamata da Dorothy per occuparsi del figlio Jericho. Qui sta il fulcro della trama iniziale di Servant: come è stato già anticipato dal trailer, non c’è nessun Jericho, il bambino è morto alla tredicesima settimana ed è stato “sostituito” da un bambolotto in quella che viene definita “terapia con oggetto transizionale”, la quale dovrebbe aiutare la madre ad elaborare il lutto. In altre parole un’illusione che Sean, su consiglio della terapista, porta avanti in attesa di un miglioramento della moglie.
Nonostante Dorothy si presenti come una persona loquace e solare, orgogliosa del suo stile di vita borghese, con una bella casa e una famiglia felice, non ha contatto con la realtà non essendo riuscita a superare la perdita del figlio. La negazione la porta a vedere nel bambolotto una creatura in carne ed ossa che necessita di essere accudita. Diversa la reazione di Sean, il quale piange di notte nella stanza del figlio e ricorre spesso all’alcol. L’arrivo di Leanne dovrebbe aiutare Dorothy con il ritorno al lavoro, ma finisce invece con il procrastinare la sua guarigione.
Quello che sembra essere un problema circoscritto a Dorothy si scopre ben presto “allargato” anche a Leanne. La giovane, proprio come la signora Turner, non vede un bambolotto bensì un bambino. La babysitter prende quindi molto seriamente il suo lavoro e desta più di un sospetto in Sean. Sospetti ragionevoli se si considera che la ragazza, oltre ad avere lo stesso problema di Dorothy, ha dei modi fin troppo tranquilli, quasi apatici, e non ha nulla in comune con i giovani di oggi, come uno smartphone o l’utilizzo dei social network ad esempio.
Una situazione alla Rosemary’s Baby?
La storia fino ad ora presentata porterebbe a pensare che Sean sia nella medesima situazione del personaggio di Mia Farrow nel film Rosemary’s Baby di Roman Polanski. Per quanto l’atmosfera che si respira in casa Turner sia la medesima che si vive nell’appartamento del Dakota building nel film di Polanski, in Servant le cose procedono diversamente. Non c’è un “complotto” ai danni di Sean, dove tutti i protagonisti sono d’accordo e la vittima rischia la pazzia, in questo caso infatti anche altri vedono ciò che vede Sean. Julian, altro personaggio che vediamo spesso con il bicchiere in mano, fratello di Dorothy e interpretato da Rupert Grint (il Ron di Harry Potter), rimane scioccato da quanto succede in casa Turner e decide quindi di aiutare il cognato nel gestire la condizione della sorella, ma soprattutto a capire le intenzioni, e chi realmente è, la morigerata babysitter Leanne.
Lo stile e il futuro della serie
M. Night Shyamalan è famoso per aver diretto e sceneggiato Il sesto senso, Unbreakable - Il predestinato, Signs e E venne il giorno, tutti film che si caratterizzato per una suspance costante unita ad elementi soprannaturali, ed i primi tre episodi di Servant seguono infatti questo schema. La serie è prodotta, e in parte diretta, da Shyamalan e, per quanto presentata come una sua creatura, è stata ideata da Tony Basgallop. Le puntate, di circa 30 minuti ciascuna, hanno una narrazione abbastanza scorrevole e per ora non sono troppo horror.
La tensione è comunque palpabile, vuoi per la colonna sonora - questa sì tipica dei film horror, principalmente fatta da archi e campanelli -, vuoi per il comportamento misterioso e bizzarro della tata. In totale gli episodi di questa prima stagione saranno dieci, di cui l’ultimo il 16 gennaio 2020, ma Shyamalan ha anticipato che Apple ha già confermato la serie per una seconda stagione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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