da Los Angeles
Doveva essere la serata di Netflix ed invece è stata la conferma che cinema e televisione tradizionali non sono ancora morti a Hollywood, anzi. Nella notte fra domenica e lunedi a Los Angeles si sono svolti i Golden Globes, se non il più importante, senz'altro il più glamour degli appuntamenti che precedono gli Oscar. Ha vinto il dramma della Prima Guerra Mondiale, 1917 (miglior film drammatico e migliore regia, Sam Mendes) e ha vinto anche C'era una volta a Hollywood, la lettera d'amore di Quentin Tarantino alla stessa Hollywood (miglior film nella categoria musical e comedy, migliore attore non protagonista, Brad Pitt, e migliore sceneggiatura allo stesso Tarantino). Ha vinto anche Il Joker di Todd Phillips, con Joaquin Phoenix premiato come migliore attore drammatico e la musicista islandese Hildur Guðnadóttir, vincitrice del globo per la colonna sonora. Ha vinto infine anche un'attrice che non si vedeva a Hollywood da ormai sei anni: Renée Zellweger che ha interpretato Judy Garland in Judy. È lei la migliore attrice brillante.
Ha perso invece The Irishman, il film di Martin Scorsese che ha riunito le icone Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci ma non è riuscito a convincere i membri dell'Hollywood Foreign Press Association, i giornalisti stranieri accreditati nella mecca del cinema che organizzano il premio da 77 anni a questa parte. Il film di Scorsese, tornato a casa a mani vuote, rappresenta il progetto più costoso di Netflix che, forte di ben trentaquattro candidature, è riuscito a mettere in bacheca solo due globi, quello a Laura Dern, migliore attrice non protagonista, in Storia di un matrimonio e quello assegnato a Olivia Colman, interprete della Regina Elisabetta nella terza stagione di The Crown. I giornalisti dell'Hfpa infatti premiano sia il cinema che la televisione e, in una cerimonia che ha riservato numerose sorprese, la stessa The Crown, favorita fra le serie drammatiche, ha dovuto cedere il passo alla graffiante saga della famiglia Roy, magnati della stampa in Succession, serie che ha vinto anche il globo al migliore attore drammatico, andato a Brian Cox. Succession e la miniserie Chernobyl dimostrano la buona salute della televisione tradizionale, in grado di fornire prodotti di qualità e di tenere testa alle piattaforme streaming. Apple Tv aveva fra i candidati The Morning Show con Jennifer Aniston e Reese Witherspoon, ma non ha vinto. Amazon invece si porta a casa il successo di Fleabag, migliore serie comica e migliore attrice protagonista, andato alla stessa creatrice, Phoebe Waller-Bridge. Hulu vince con Ramy Youssef, migliore attore grazie alla serie comica che porta il suo nome: Ramy, e con The Act, che ha visto premiata con il globo alla migliore attrice non protagonista Patricia Arquette, la più politica di tutti: «Quando penseremo a questa notte troveremo un Paese sull'orlo della guerra, gli Stati Uniti d'America», ha detto.
Anche Michelle Williams, migliore attrice in una miniserie con Fosse/Verdon, ha toccato il tema politico invitando le donne a votare altre donne, mentre Russell Crowe, vincitore per The Loudest Voice e rimasto in Australia per aiutare la famiglia a fronteggiare il fuoco che sta dilaniando il paese, ha fatto sapere: «Non abbiate dubbi, questa tragedia è dovuta al cambiamento climatico». Che Hollywood sia sempre più votata alla causa ambientale lo dimostra anche la scelta della cena vegana, un'idea che è piaciuta molto a Joaquin Phoenix, vegano da sempre: «Per favore, facciamo qualcosa, colleghi, non è necessario prendere un jet privato per volare a Palm Springs». Caustico e irriverente come al solito è stato il presentatore, Ricky Gervais, alla sua quinta conduzione dei Golden Globes. Se l'è presa soprattutto con i presenti. Annunciando Sandra Bullock ha parlato del suo film, Bird box, «in cui le persone sopravvivono se non vedono, un po' come è successo qui con Harvey Weinstein».
O ancora quando ha dato consigli ai vincitori: «Se vincete un premio stanotte non fate discorsi politici, non siete nella posizione di fare lezioncine, non sapete nulla del mondo reale. La maggior parte di voi ha passato meno tempo sui banchi di scuola di Greta Thunberg. Quindi se vincete venite qui, accettate il vostro premio, ringraziate il vostro agente, il vostro dio e andate aff.».
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