Stasera la serie tv su Tangentopoli. E Di Pietro pontifica in tv

Grazie a una fiction l'Italia prova a fare i conti con il proprio turbolento passato, con una classe politica spazzata via da un'inchiesta della magistratura

Stasera la serie tv su Tangentopoli. E Di Pietro pontifica in tv

Parte "1992", la serie tv di Sky dedicata a Tangentopoli e all'inchiesta che spazzò via un'intera classe politica. Fiction e realtà, sapientemente mescolati, suddivisi su dieci episodi. Un'operazione culturale oltre che "cinematografica". Perché non è solo una delle tante serie tv. Parla di un periodo su cui il nostro Paese ancora non ha fatto pienamente i conti. Ci sono stati i processi e le sentenze. E i cambiamenti politici che da esso sono derivati. Ma ci sono ancora tante omissioni. Il compito di mettere mano alla vicenda e inquadrarla nel modo migliore possibile tocca agli storici. Non può essere altrimenti. La tv fa spettacolo, anche se può offrire spunti di riflessione interessanti. E non bisogna dimenticare che, essendo prodotta da noi italiani (e venduta all'estero), la serie fornisce una chiave di lettura del nostro Paese a chi ci vedrà (e giudicherà) oltreconfine.

La tesi che da una parte i politici fossero tutti ladri, e dall'altra, invece, ci fossero solo brave persone, che mai e poi mai si erano macchiate del reato di finanziamento illecito ai partiti, a distanza di ventitre anni si può considerare superata. E non solo perché Bettino Craxi lo disse in parlamento (e poi in tribunale a Milano). I bilanci dei partiti depositati in parlamento erano tutti (o quasi) farlocchi e chi doveva controllare non lo faceva. Così erano anche i soldi dall'estero e quello delle imprese che finanziavano la politica. Si è andati avanti così per oltre quarantacinque anni. Poi due amnistie hanno cancellato tutti i reati (fino al 1989) e da allora in poi si sono creati i presupposti (penali) per lo scoppio dello scandalo, esploso, com'è noto, il 17 febbraio 1992, con l'arresto di Mario Chiesa.

Uno dei protagonisti dell'epoca, Antonio Di Pietro, impazza su giornali e tv. "Del film ho preso atto, quando ho saputo che lo stavano facendo - racconta Di Pietro a Sky Tg24 Pomeriggio -. La realtà l’avevo già vissuta e mi darete atto che già la realtà era davvero un film. Chi in quegli anni ha visto evolversi giorno dopo giorno l’inchiesta di Mani pulite ha visto un drammatico film di una storia italiana. Che poi, voglio dire, è come se stessimo sfogliando i giornali di questi giorni", dice l’ex pubblico ministero. "Prima dell’inchiesta Mani pulite - prosegue - a Milano ci furono molte inchieste contro la pubblica amministrazione. Quel sistema, all’interno della procura di Milano, lo avevamo ben individuato. Il problema delicato era sul piano processuale: la corruzione è un reato a concorso necessario, bisognava scoprire sia l’atto d’ufficio fatto per fare piacere a qualcuno, sia i soldi o l’utilità corrisposti: nel reato di corruzione si era puniti in due. L’inchiesta di Mani pulite ha permesso di scoprire casi in cui gli imprenditori non erano corruttori, ma subivano una tangente che non volevano subire. È stata una chiave di lettura che ci ha permesso di aprire quella scatola, ma come era fatta la scatola lo sapevamo già allora e purtroppo lo sappiamo ancora oggi". Per il lancio della serie Sky ha datto voce a diversi protagonisti dell'epoca: soprattutto politici e giornalisti. Oggi, accanto a Di Pietro, ha avuto spazio e voce anche Claudio Martelli, ex ministro del Psi e braccio destro, per anni, di Craxi. A lui il compito (arduo) di dare voce agli "sconfitti".

"È stato fatto un lavoro monumentale di documentazione - dice Stefano Accorsi, ideatore e interprete di 1992 - ma il lavoro più prezioso è stato quello fatto dagli sceneggiatori per tenere fuori tutto quello che si è detto di Mani pulite nei 20 anni successivi e tutelare nel racconto la realtà dell’epoca, con lo stupore di fronte alla prima grande inchiesta sui vertici politici ed imprenditoriali e la speranza di cambiamento. L’idea di questa serie - prosegue - è nata nel 2011, pensando al fatto che erano passati quasi vent’anni da quegli avvenimenti senza che nessuno li avesse raccontati in tv".

Tangentopoli è ormai lontana nel tempo. Ventitre anni sono tanti e i protagonisti, salvo rare eccezioni, sono spariti dalla scena. Qualcuno prova a riaffacciarsi (vedi Di Pietro).

Altri, come l'ex pm Gherardo Colombo, scrivono libri (Lettera a un figlio su Mani pulite) tentando di spiegare ai giovani cosa accadde in quel periodo. La stessa operazione la fa la tv con la serie di Accorsi. Vedremo con quali risultati.

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