"Stranger Things" e Metallica un affare da milioni di dollari

La serie Netflix rilancia un brano dell'86, che ritorna in classifica. Ma su TikTok partono le accuse di fascismo...

"Stranger Things" e Metallica un affare da milioni di dollari

Ma guarda un po' che botto. Proprio come accaduto a Kate Bush con la sua Running up that hill, pure i Metallica sono rinati (in classifica, sui social, sui media) con un vecchio brano. È bastata una scena dell'episodio finale della quarta stagione di Stranger things di Netflix per servire a milioni di spettatori un super classico del thrash metal (derivazione estrema dell'heavy metal) che non aveva mai avuto un grande successo commerciale, ossia il loro Master of puppets, contenuto nel disco omonimo pubblicato nel 1986 quando i Metallica erano relegati, come tutti i metallari, nella Serie B del rock: amatissimi dai fans, disprezzati da quasi tutti gli altri. Ora invece.

Sono stati sufficienti pochi minuti in una serie di successo globale per capitalizzare un risultato mostruoso. Tanto per capirci, Master of Puppets ha ottenuto il primo posto nella classifica Top Rock di iTunes. Su Apple Music, i flussi di Master of Puppets sono aumentati del 740 per cento in tutto il mondo dall'1 al 5 luglio 2022. Su Spotify gli stream globali giornalieri sono aumentati del 779% nel mondo. Numeri giganteschi. Dall'uscita della puntata, il totale delle riproduzioni on-demand tra tutti i servizi di streaming è cresciuto del 465 per cento: da 253.000 (il giorno prima dell'episodio di Stranger Things) a 1,43 milioni. Oltretutto è entrato nella top 40 inglese.

Insomma, questo è «l'effetto serie tv» che, allungandosi sui Millenials e sulla Generazione Z, ridà vita commerciale a canzoni che avevano esaurito da decenni la loro corsa in classifica. Come? Inserendoli in un racconto, come spiegato molto bene nel nuovo libro La canzone nelle serie tv: forme narrative e modelli produttivi di Daniela Cardini e Gianni Sibilla.

In Stranger Things, il protagonista Eddie Munson inizia il monumentale e aggressivo riff di chitarra in Master of puppets per distrarre un esercito di demoni pipistrello detti «Demo Bats» e realizzare il piano contro il mostro Vecna (niente spoiler, per carità).

«Quando abbiamo visto la scena, siamo rimasti a bocca aperta», hanno detto i Metallica che non sono proprio senza arte né parte visto che in quarant'anni hanno venduto oltre cento milioni di dischi, vinto 9 Grammy Awards, sono entrati e usciti dalla «rehab» (soprattutto il leader James Hetfield) e si sono esibiti in ben 48 paesi del mondo, quasi sempre negli stadi.

Di certo è una rinascita per questa band, che non a caso ha subito lanciato un «lyrics video» di Master of puppets (che non aveva mai avuto un video ufficiale) e una nuova linea di merchandising dedicata proprio a Stranger Things. In più, tanto per gradire, si è fatta vedere su Tik Tok, il social da teenager che ha subito reso virale il video di Joseph Quinn, ossia l'attore che interpreta Eddie Munson, che suona Master of puppets proprio con questi musicisti. Loro quasi sessantenni che hanno formato la band nel 1981 a Los Angeles. E lui nato a Londra nel 1993, «metallaro» per passione.

Come accade sempre più spesso, c'è il «ricircolo» della musica, la riscoperta di brani del passato da parte delle nuove generazioni. In fondo è lo stesso principio che, più di quarant'anni fa, grazie alla colonna sonora di Grease, fece conoscere il rock'n'roll a una generazione di adolescenti che non lo conosceva perché attirata dal punk o dalla dance.

E, mutatis mutandis, è anche ciò che accade ai Maneskin che suonano un rock figlio di Iggy Pop, Led Zeppelin o David Bowie che purtroppo sono sostanzialmente sconosciuti ai ragazzi del 2022. In poche parole, pure nel rock «nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma». E così accade che la canzone di un gruppo di rock estremo, bollato come rumore dalla critica del tempo ed emarginato dalle radio (ci volle Nothing else matters del 1992 per sentire i Metallica in qualche network), trentasei anni dopo diventi un fenomeno commerciale per tutt'altro tipo di pubblico.

Con le solite conseguenze.

Intanto i fan dei Metallica, storicamente molto chiusi, si sono inalberati vedendo i loro idoli «violati» da nuovi giovanissimi tifosi. E così la band ha dovuto ricordar loro che «a prescindere dal fatto di essere un fan da 40 ore o da 40 anni, tutti condividiamo un legame attraverso la musica. Tutti voi avete iniziato a un certo punto da zero».

E poi anche questi rockettari hanno fatto i conti, e chi l'avrebbe mai detto!, con la «cancel culture». Secondo qualcuno (ad esempio la tiktoker Serena Trueblood) in passato avrebbero avuto posizioni razziste contro i Body Count di Ice T e avrebbero addirittura fatto il saluto nazista sul palco (accusa rivolta al bassista Cliff Burton, tra l'altro morto in un incidente stradale poco dopo la pubblicazione di Master of puppets). Naturalmente sono fake news perché i Metallica si sono sempre dichiarati «apolitici» e, anzi, singolarmente sui loro social, hanno preso posizioni contro il presidente Trump.

«Odio la politica» ha pubblicamente detto James Hetfield che, alla presenza di chi scrive, all'Heineken Jamming Festival di Imola, qualche anno fa aggirò una domanda sul presidente Bush con il divertente: «Bush? Non ho ancora ascoltato il suo ultimo disco». Alla faccia della cancel culture.

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