nostro inviato a Sanremo
Certo, la tentazione sarebbe forte, il giorno dopo le dimissioni storiche e incredibili del Papa, presentarsi sul palco dell'Ariston nei panni di Ratzinger. Davanti a un pubblico immenso, prendere bonariamente in giro il Pontefice che lascia il soglio più alto della Chiesa, sarebbe un colpo di teatro. Magari lui azzarderà tanto, o magari si limiterà a una battuta come quella risuonata ieri in sala stampa e pronunciata, ovviamente, dalla Littizzetto: «Berlusconi è già pronto per prendere il suo posto». Però presentarsi nei panni di Benedetto XVI sarebbe troppo anche per il maestro dell'irriverenza, per quel Crozza che non si intimidisce di fronte a niente e nessuno.
Ma mai dire mai... tutto può accadere in un Festival «non impermeabile alla realtà», come dice Fazio. Quella volta che Crozza se la prese con Benedetto XVI, la sua performance fece il giro del mondo e provocò una reazione dura della Chiesa. Stavolta anche lui, di fronte a un gesto così eclatante e doloroso per molta parte dei fedeli, comunque dovrebbe stare attento a ciò che dice. Più facile esibirsi nelle sue imitazioni più riuscite: quelle dei politici. E poi, siamo sotto elezioni, cosa c'è di meglio che porre l'accento sui punti deboli di Berlusconi, Bersani, Ingroia e Monti? Fin troppo facile. Ma come riesce bene a lui non riesce a nessuno. Perfino Berlusconi, critico nei confronti di un Festival schierato, dice di apprezzare molto Crozza e il fatto che se la prende con tutti, a destra e a manca, non solo con lui. «Non lo temo - ha detto ieri - lo giudico molto bravo, intelligente e mi diverto quando fa la mia caricatura».
Praticamente un'onta per il Crozza «sinistrorso».
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