Sonnecchia su una sedia da barbiere. Un gattino gli passa sotto mentre un'aquila lo sorvola. Sullo sfondo una bandiera italiana e una statunitense. Quando si sveglia inforca una roboante Harley Davidson. La musica, che accompagna questa prima scena del trailer appena diffuso del nuovo film diretto e interpretato da Terence Hill, è quella tipica dei western all'italiana con tanto di fischiettio (la colonna sonora è firmata dal grande Pino Donaggio ma c'è anche Balliamo sul mondo di Ligabue). È Il mio nome è Thomas che Terence Hill, al secolo Mario Girotti prima appunto dell'exploit dei western in coppia con Bud Spencer, ha scritto insieme a Luisa Tonon, diretto e interpretato (ma ci sono anche attori come Guia Jelo e Andy Luotto nei panni di un frate). Il tutto mentre sta per compiere 79 anni, il 29 marzo, e il suo Don Matteo, giunto all'undicesima stagione su Raiuno, continua a regnare incontrastato negli ascolti del giovedì con quasi sempre 7 milioni di italiani incollati allo schermo sul primo episodio serale. Ed è la stessa casa di produzione del prete detective («il mio cowboy in bicicletta» l'ha definito l'attore), la Lux Vide, a portare in sala il 19 aprile il ritorno di Terence Hill sul grande schermo, dietro e davanti la macchina da presa, 24 anni dopo Botte di Natale quando accanto a lui c'era ancora Bud Spencer, al secolo Carlo Pedersoli, che ci ha lasciati nel giugno di due anni fa. E proprio a lui è dedicato al film che è, naturalmente, un omaggio più che sentito alle atmosfere che li ha resi celebri. A partire dal titolo che riecheggia quello del film di successo di Tonino Valerii del 1973, Il mio nome è Nessuno, con Terence Hill e Henry Fonda, mentre i luoghi dove è in parte girato, la desertica provincia di Almería in Spagna, è la stessa di quella che ha fatto incontrare Carlo Pedersoli e Mario Girotti per la prima volta sul set di Dio perdona... io no! di Giuseppe Colizzi che nel 1967 scopre la fortunata coppia diretta anche nei due successivi I quattro dell'Ave Maria e La collina degli stivali prima del definitivo ingresso nella leggenda grazie a Lo chiamavano Trinità... di E.B. Clucher (più prosaicamente Enzo Barboni).
Il mio nome è Thomas si doveva chiamare inizialmente Me ne vado per un po' che poi è quello che effettivamente fa il protagonista interpretato da Terence Hill: «Thomas - ha raccontato l'attore e regista all'Ansa - è un uomo che, dopo aver letto un libro che lo ha ispirato molto (Lettere dal deserto di Carlo Carretto, il religioso piemontese molto amato da Hill, ndr) va alla ricerca di se stesso e si dirige verso il deserto di Almería». Con la sua Harley Davidson, che sostituisce il cavallo dei western anche se la moto è munita di bisacce da cowboy corredate da borraccia, corda e dall'immancabile padella, arma più letale di un fucile, Thomas inizia il suo percorso solitario perché, lo ripete a tutti, «io viaggio da solo». Ma, lungo la strada che include anche un trasbordo in un traghetto molto contemporaneo fino a Barcellona, Thomas incontra la giovane Lucia (Veronica Bitto) che gli chiede spesso stupita «ma in Spagna c'è il deserto?» e che sconvolgerà tutti i suoi piani anche perché è perseguitata da due balordi: «Nonostante il fastidio e la distrazione, Thomas scopre che la saggezza che cercava, non la trova nella solitudine, ma nel forte spirito di Lucia», dice Terence Hill che ha fatto produrre il film al figlio Jess (è il bambino con la mela che ha esordito in Il mio nome è Nessuno).
Atmosfere western,
polvere e deserto fanno da sfondo a questo moderna favola on the road che rispecchia e riassume fedelmente la visione del mondo di Terence Hill, semplice, genuina e in cui l'amicizia è uno degli aspetti fondamentali della vita.
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