Tre grandi del jazz per la grande Mina Ecco un gran disco

Il trio di Danilo Rea interpreta i brani della diva, dopo averla accompagnata per anni

Tre grandi del jazz per la grande Mina Ecco un gran disco

Antonio Lodetti

Se Mina si fosse dedicata solo al jazz, sarebbe stata senza dubbio una stella di questa musica. Ma le sue canzoni volano tra i generi - dal pop al jazz ai ritmi sudamericani - e lei «non è una generista», come sottolinea il figlio e produttore Massimiliano Pani. Da oltre trent'anni Mina lavora con un trio di giganti del jazz italiano: Danilo Rea al pianoforte, Massimo Moriconi al contrabbasso, Alfredo Golino alla batteria. I tre ora hanno deciso di fare il percorso al contrario e di interpretare alcuni grandi classici della cantante nell'album Tre per una, presentato ieri in concerto al Blue Note di Milano. Cosa ha detto Mina del progetto? «È carino!», in due parole c'è tutto il suo spirito. Il trio è comunque felice dell'apprezzamento. «Mina è una donna di poche parole - dice Rea - ma nei brutti momenti, e tutti ne abbiamo avuti, c'è sempre stata». «Ti accetta come sei», sottolinea Moriconi. Io le chiedevo come suonare e lei mi rispondeva: sei tu al basso, fai quello che credi».

Gusto dell'improvvisazione e senso della melodia sono gli ingredienti con cui il trio rilegge con classe e brio i pezzi di Mina. L'idea nasce da un concerto tenuto a Cremona da Rea & company per celebrare la cantante ed è stato eseguito dal vivo in studio. «Questi musicisti sono particolari per ché non sono talebani del jazz ma hanno fatto di tutto». «Da ragazzo ero innamorato di Modugno - continua Rea - e quindi ho sempre amato la melodia, anche se sono passato attraverso il rock progressivo. Ma la melodia nel jazz mi ha sempre affascinato, per esempio in capolavori come My Favourite Things di John Coltrane con McCoy Tyner al pianoforte». Così si gioca in casa unendo le strade della forma canzone con la libertà interpretativa, con gli assolo, con quel tocco che non ti aspetti Mina in jazz potrebbe essere un secondo titolo dell'album, con La banda (che dura quasi 8 minuti!) che parte lenta e pian piano cresce con impeto, con Grande grande grande che evidenzia uno splendido gioco di insieme, con l'elegante medley di brani scritti da Lucio Battisti che comprende Io e te da soli, Amor mio e Insieme, con le suggestioni blues di E se domani e di Tintarella di luna, trasformate in ballad notturne e incandescenti. Si sente che sono musicisti veri, sinceri, che senza spocchia guardano ai grandi autori del passato. «Gli autori delle canzoni di Mina vengono dall'eredità lasciata da Armando Trovajoli e Gorni Kramer (per non parlare di Cole Porter e Gershwin), oggi c'è troppa elettronica e si scrive sempre meno. La musica va' in una direzione pericolosa. Ripeto, la melodia è una cosa meravigliosa su cui costruire dei suoni estemporanei che abbiano un senso poetico. Prendiamo Chet Baker: lui la melodia la cantava, la suonava, era sempre presente nelle sue esibizioni». Come è stato scelto il repertorio quindi? «C'era un intero mare in cui pescare - dicono i tre jazzmen - ma abbiamo scelto brani particolarmente rappresentativi e alcuni che non avevamo mai eseguito con Mina in oltre trent'anni di carriera con lei». Nel disco ci sono anche splendide versioni di No credere, Parole parole e un secondo medley che comprende Grande amore, Brivido felino, Acqua e sale. Si parte dalla canzone e poi il trio ti prende per mano e ti porta da un'altra parte, immaginifica e sognante, al tempo stesso semplice e misteriosa.

Si vede che gli artisti sono innamorati di questi brani e che li «vivono» in profondità perché, come conclude Danilo Rea, «la musica, e soprattutto questa musica, nasce dalla vita. E questo è un tributo a Mina e alle musiche meravigliose scritte da tanti autori».

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