"Io faccio satira da 40 anni e non ho nessuna intenzione di smettere. Così come non intendo affacciarmi a cantare dalla finestra l'inno di Mameli perchè sono stonato e perchè non mi sento di partecipare a nessun coro". A dirlo è il vignettista Vauro Senesi, intervistato dall'Adnkronos dopo le nuove polemiche che ha innescato la sua striscia satirica su Guido Bertolaso.
Vauro tira dritto e, anzi, respinge le critiche passando al contrattacco: "Mascherine e preservativi sono due strumenti di protezione: mi sembra che Bertolaso abbia dimostrato di conoscere bene il secondo perchè l'ex capo della Protezione Civile è il protettore del preservativo. E la vignetta parla da sola". E aggiunge: "Durante la peste si cercano sempre gli untori ed anche i santi, i demiurghi: io sono l'untore, Bertolaso il demiurgo". Poco importa se l' uomo che ha guidato la Protezione Civile a cavallo tra la fine degli anni '90 e i primi anni 2000 è stato assolto in tutti i processi perché esiste "una componente nella memoria di alcuni suoi comportamenti, non ortodossi, incluso il riferimento 'blasfemo' ai preservativi".
Vauro si dice quindi contrario all'esigenza di far affidamento sull' 'uomo forte' e aggiunge: "Io penso che in questo paese ci siano molti capaci come l'ex capo della Protezione Civile, ma senza connessioni politiche premianti". Insomma, la nomina di Bertolaso a commissario straordinario portata avanti dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, sarebbe inutile dal momento che "governo che sta facendo bene" e che "per la sanità occorre centralità". Vauro non risparmia critiche né ai "poveri Renzi e Salvini, costretti alla lontananza" né al virus che "è diventato sacro" ed al patriottismo che "rischia di diventare pensiero unico e dogma, che non si può neanche criticare pena la blasfemia". Vauro, pertanto, intende riservare gli applausi soltanto a sua moglie che di professione fa il medico. Il vignettista, non certamente nuovo a disegni provocatori di questo tenore, ritiene che i media abbiano "perso il senso della misura" si focalizzano la loro attenzione così tanto sulla sua satira. "È umiliante che qualsiasi vignetta scateni queste indignate reazioni. Rivendico la libertà di satira e per alcuni operatori dell'informazione di 'coglionagginè". Affermazioni con le quali Vauro, per l'ennesima volta, si conferma totalmente intollerante nei confronti di chi non la pensa come lui o semplicemente disapprova il suo modo di fare satira.
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