Il vescovo Careggio stronca la kermesse

La partecipazione di Rufus Wainwright come ospite al Festival di Sanremo continua a destare malumori nel mondo cattolico

Il vescovo Careggio stronca la kermesse

Non canterà Gay Messiah ma la partecipazione di Rufus Wainwright come ospite al Festival di Sanremo continua a destare malumori nel mondo cattolico. Il vescovo di Sanremo-Ventimiglia, monsignor Alberto Maria Careggio, si dice «sdegnato» per la scelta della Rai di invitare il cantante, noto per i caratteri blasfemi dei suoi testi.
«Sicuramente il Festival di Sanremo è un fatto di costume che ha una storia lunga. Lo ricordo com'era, non lo riconosco più com'è oggi - afferma il vescovo al Giornale -. Certamente, col tempo si è snaturato, tanto da essere oggi più uno spettacolo di varietà che una kermesse della canzone italiana. La spregiudicatezza, ormai presente da alcuni anni, è come il coniglio che il prestigiatore tiene nascosto come una sorpresa, per farsi dire che è bravo. Se l'illusionista diverte, il libertinaggio sconcerta e non è prova di maturità». Ieri, nello stesso orario in cui nella città dei Fiori si svolgeva la conferenza stampa di presentazione del Festival, un gruppo di Papaboys si è riunito davanti alla sede della Rai per protestare.

«I ciurmatori sono ormai dappertutto - prosegue il vescovo - e stupisce che possano avere il palco come loro amplificatore, peraltro ben retribuiti con denaro pubblico. Dire che viviamo in una società sibarita e orgiastica è fare un elogio all'italiano? È proprio tutta così l'Italia che la tv di stato vuole esportare?».

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