Dopo l'accusa di molestie nessuno vuole pubblicare il libro di Woody Allen

Nonostante l'inchiesta che lo ha travolto non ha portato a nulla, nessun editore è disposto a pubblicare la sua autobiografia

Dopo l'accusa di molestie nessuno vuole pubblicare il libro di Woody Allen

Woody Allen è sempre più vittima del #MeToo. Nonostante l’inchiesta che lo ha travolto non abbia portato a nulla, il regista newyorkese continua a trovare davanti a sé porte sbarrate. Dopo la causa legale intentata contro Amazon (il colosso statunitense si è tirato indietro da un accordo che avrebbe portato alla realizzazione di 4 film), Allen deve fare i conti con un nuovo colpo basso, che arriva stavolta dal mondo dell’editoria.

Come rivelato da un’inchiesta del ‘New York Times’, quattro grandi case editrici hanno respinto il manoscritto della prima autobiografia del regista, autore di capolavori della storia del cinema come “Io e Annie” e “Manhattan”. “Sarebbe stata una operazione troppo pericolosa ai tempi del #MeToo”, scrivono Alexandra Alter e Cara Buckley sul ‘Times’.

Woody Allen: nessuno vuole pubblicare il suo memoir

Mentre “A Rainy Day in New York”, il suo ultimo film, è pronto ma fermo da più di un anno in questo limbo, Woody Allen ha scritto le sue memorie, un progetto coltivato da tempo e che potrebbe restare nel cassetto. Accusato di aver molestato la figlia adottiva Dylan Farrow nel 1992, quando aveva appena 7 anni, Allen ha sempre negato queste imputazioni. Tanto più che non c’è stata alcuna autorizzazione a procedere nei suoi confronti per violenza domestica: sia la polizia che l’ospedale di Yale-New Haven e i servizi sociali infantili dello Stato di New York hanno archiviato da tempo le indagini sul suo conto. Tuttavia Tim Gray, il vice-presidente di ‘Variety’ intervistato dal ‘New York Times’, lo definisce un artista “ormai senza più futuro”.

Woody è il tipo di persona che tiene duro, e uno il cui lavoro è la sua sostanza nutritiva”, racconta la sua amica e scrittrice Daphne Merkin. “Qualunque siano le vicissitudini a cui è stato esposto – aggiunge la Merkin – penso che abbia la sua opinione su come tutto questo lo riguardi e non lo riguardi”.

Un “linciaggio pubblico” – come l’ha definito Javier Bardem – che non sta scoraggiando Allen: secondo il ‘Times’, il regista avrebbe già contattato altre case editrici, più piccole e straniere, per proporre il suo memoir.

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