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Viaggio nello sport in una notte che sembra senza fine

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Viaggio nello sport in una notte che sembra senza fine. Pregando perché digitale e parabole vadano d'accordo e, rassegnandosi all'idea che lo sport, ormai, lo possiamo vedere quasi soltanto in televisione, ci viene voglia di recitare una poesia in blu, seguendo Klimt, ascoltando Dante 700 anni dopo il suo viaggio di addio, frastornati da questo anno di solitudine: stadi e palazzi dello sport vuoti, mascherine, veleni dentro e fuori.

Ci lasciamo alle spalle una stagione sportiva senza premi per moltissimi sport. L'anno bisestile al veleno della pandemia ci ha tolto le Olimpiadi, una rinuncia dolorosa per chi aspettava con ansia questo appuntamento con lo sport globale, tanti campioni, molte discipline.

A qualcuno, magari, vedi la nostra atletica, che stava vedendo sbocciare nuovi fiori dopo troppe stagioni, il rinvio non ha fatto male, ma altri faranno fatica a rimettersi in gioco e non pensiamo soltanto ad una campionessa come Federica Pellegrini o a Federer, sulla porta di uscita dagli sport, nuoto e tennis, che hanno fatto diventare più grandi e popolari.

Non ci saranno, ci auguriamo, fuochi d'artificio per dire addio al 2020 che al calcio, ad esempio, ha tolto quasi tutto, cominciando dal campionato europeo dove la Nazionale di Mancini poteva fare bene.

Tutto rinviato dopo troppi film interrotti, titoli non assegnati, come è accaduto al basket, alla pallavolo, la stessa atletica che ha comunque trovato spazi per valorizzare i suoi grandissimi, cominciando dal prodigio Duplantis, acrobata del salto con l'asta che ora deve preparare bene le Olimpiadi della rinascita, riprogrammate dal 23 luglio nella Tokyo dove, però, ancora oggi, non si vede una luce chiara, perché l'unica certezza al momento, per Giochi che dovrebbero chiudersi l'otto di agosto, è l'aumento dei costi. Un tormento per federazioni sportive, italiane e nel mondo, già salassate da troppe gare rinviate, con società sfinite perché senza la vendita di biglietti, la presenza del pubblico, si trovano a sostenere attività che meriterebbero davvero uno sforzo mondiale comune per non far chiudere chi ha ancora progetti che possano portare sui campi, in palestra le sfortunate generazioni di questo anno avvelenato.

Olimpiade giapponese posticipata di un anno che ha fatto rinviare al 2023 i mondiali di atletica. Una selva oscura dove infilare gli europei del calcio e la coppa America, nell'unico sport , il calcio, che ha trovato, grazie alle televisioni, la possibilità di strapparsi la mascherina, anche se il cammino resta difficile se ci sarà battaglia sul confine sottilissimo fra difesa della salute e ritorno del pubblico sulle tribune.

Abbiamo visto le acrobazie del rugby per

avere il vero popolo della palla ovale nelle bolle scelte, tipo la NBA del basket, ma tutto resta vincolato al vaccino. Nella speranza che non si perda per strade congelate, su percorsi ghiacciati dove scivolano un po' tutti.

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