"In 5000 allo stadio" Fra Draghi e la Serie A finisce in pareggio

Aut-aut del governo: giù la capienza o qui noi chiudiamo tutto. E i Tar danno ragione ai club

"In 5000 allo stadio" Fra Draghi e la Serie A finisce in pareggio

Tra Draghi e il calcio è finita 1 a 1, il classico compromesso all'italiana. In mattinata, la Lega di serie A ha incassato il verdetto favorevole dei Tar di Torino, Friuli e Campania con il quale sono state sospese le ordinanze delle Asl che hanno fermato 3 delle 4 partite di giovedì 6 gennaio. Solo Bologna ha confermato il provvedimento per un motivo tecnico: tutti i calciatori di Mihajlovic hanno la prenotazione del booster per domani. Riconosciuta quindi l'applicazione errata del protocollo di dicembre 2021 che disciplinava in maniera diversa i contagi nei gruppi squadra a seconda del numero di vaccinazioni eseguite. Lo strapotere delle Asl è stato così ridimensionato. Di qui il via libera alle 4 partite rimaste in bilico: si giocheranno regolarmente Torino-Fiorentina (domani alle ore 17), Udinese-Atalanta (altri tre positivi ieri scoperti a Bergamo) alle 16.30 e Verona-Salernitana (20.45), infine Cagliari-Bologna è fissata per martedì 11 gennaio (20.45).

Il premier Draghi, a sua volta, ha ottenuto l'autoriduzione della capienza degli stadi al culmine dell'assemblea straordinaria dei presidenti di serie A da realizzare nei turni di campionato del 16 e 23 gennaio (poi c'è la sosta per lo stage della nazionale, ndr). Il non detto è che alla ripresa del campionato fissata per il 6 febbraio si potrà tornare al 50% attuale. La Lega si è piegata al diktat (con qualche mal di pancia, tipo l'intervento del presidente del Genoa prof. Zangrillo: «Richiesta non motivata da alcun studio scientifico» condiviso dal presidente Cairo) per una questione pratica: scegliendo l'auto-riduzione i club potranno tornare al 50% senza alcuna autorizzazione governativa. Nel caso fosse toccato a Draghi intervenire con un decreto, sarebbe sicuramente passata la brutale chiusura degli stadi fino a data indefinita. La serie A, sotto la minaccia di questo provvedimento reclamato dal ministro Speranza, ha preferito cedere.

Impossibile applicare subito la direttiva tra oggi e mercoledì 12 per la super-coppa d'Italia (Inter-Juve perché molti biglietti sono stati già venduti e ritirati. L'auto-riduzione a 5mila spettatori per qualunque capienza di stadio scatterà da sabato 15 gennaio. Penalizzate tre spettacolari sfide: Atalanta-Inter del 16 gennaio e Lazio-Atalanta più il big match Milan-Juve del 23 gennaio. Il club di Elliott è quello più danneggiato: salverà la coppa Italia di giovedì 13 (col Genoa) ma perderà gli incassi di lunedì 17 (Spezia) e quello più ricco con la Juve da 5 milioni di euro. Può festeggiare solo Dazn: scontato il boom di ascolti. L'Inter giocherà una sola partita a stadio ridotto (sabato 15 col Venezia).

Sempre ieri mattina, il giudice sportivo Mastandrea ha pubblicato il bollettino del 6 gennaio: sono finiti sub judice, in attesa della documentazione di Asl e società interessate, i referti di Atalanta-Torino, Bologna-Inter, Fiorentina- Udinese e Salernitana-Venezia. La conseguenza pratica è che gli squalificati di questi 8 club dovranno scontare il turno oggi, alla prima partita utile come da regolamento.

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