Addio al profeta dell'autogol: "Sono Riva... al contrario"

Confessò al "Giornale": "Grazie a quei palloni nella mia porta non sarò dimenticato"

Addio al profeta dell'autogol: "Sono Riva... al contrario"
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Decidere di parlare con Comunardo non era mai un autogol; anche se, apparentemente, poteva sembrare un paradosso, considerato che Niccolai divenne un'icona proprio per quel vizietto di buttare la palla in porta. La sua. Come ben ricorda il vecchio Ricky Albertosi... Ma Comunardo non se ne crucciava: «Gli autogol mi hanno reso famoso, oggi continuano a intervistarmi. Se non li avessi fatti sarei solo un giocatore in pensione. Invece mi sento un Riva... al contrario».

Ci eravamo sentiti a gennaio proprio nel giorno della morte di Gigi e il suo dolore era tanto grande da non riuscire neppure a parlare. Solo il tempo di dire: «Gigi era una parte di me. Lo rincontrerò presto. E sarà bello parlare della nostra gioventù, del Cagliari, dello scudetto...». Sono trascorsi cinque mesi e ora Niccolai (nato nel 1946) e Riva (del '44) sono di nuovo insieme, accolti tra le nuvole dal loro mister storico, Manlio Scopigno. C'era lui in panchina in quel fatidico 12 aprile 1970, quando il Cagliari, battendo 2-0 il Bari, portò in dote alla Sardegna il corredo più sfarzoso: lo scudetto.

Adesso ci piace immaginare la scena: il beffardo stratega del miracolo e il potente Rombo di Tuono, entrambi armati di sigaretta pendente dal labbro (sempre che in Paradiso - sezione «Miti del Calcio» - non sia proibito fumare...). E Comunardo pronto a inspirare a pieni polmoni solo i racconti di Manlio e Gigi in stile «Amici miei» o «C'eravamo tanto amati»: due film che amava, come ci confessò nell'ultima intervista concessa al Giornale. Le condizioni di salute erano già minate ma lui non aveva perso l'umorismo della memoria, pronta a rifiorire facendosi largo nella selva della sua elegante riservatezza. Come quando gli chiedemmo lumi su una storiella leggendaria; e cioè se era vero che Scopigno venne licenziato dal Cagliari perché durante una tournée negli States fu sorpreso a fare pipì sul roseto nel giardino dell'ambasciata italiana a Chicago... Comunardo ci pensò un attimo e rispose: «Vero. Lui aveva chiesto dove fosse il bagno. Per scherzo gli indicarono il giardino. E sa com'è: quando scappa, scappa. Soprattutto a una certa età..».

Prima di congedarci gli domandammo conferma anche riguardo alla presunta frase «storica» pronunciata da Scopigno che, dinanzi alla tv per una partita della Nazionale, vedendo il «suo» Comunardo in maglia azzurra e avrebbe detto: «Mai mi sarei aspettato di vedere Niccolai in

mondovisione!». La sua risposta: «Manlio quelle parole le ha sempre smentite, assicurandomi invece di essere stato profondamente orgoglioso di vedermi giocare dopo l'Inno di Mameli. E io gli credo. Ci volevamo bene noi due».

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