Agassi & Graf Amore, lacrime e l'inaspettato omaggio "ai nostri grandi papà"

Andre sul padre tiranno: "Mi dice ancora cosa fare". Steffi sul suo: "Gli devo tutto"

Agassi & Graf Amore, lacrime e l'inaspettato omaggio "ai nostri grandi papà"
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È la storia di un viaggio di tennis ed anche di amore, che ha resistito alle intemperie della vita, e alla fine ha trovato il suo punto di incontro. Metti Steffi Graf e Andre Agassi a Cuneo (anche se lui collegato solo in video). Metti un campione e una campionessa, un marito e una moglie, un eroe e una leggenda. Mettili a fare «Dialoghi sul talento» l'evento organizzato della Fondazione CRC in un palazzetto gremito di studenti e viene fuori qualcosa di inedito. Lui e lei che parlando della loro unione come non hanno mai fatto. E con le lacrime agli occhi.

Steffi, la donna che ha fatto innamorare dentro e fuori dal campo. Andre, il ragazzo sensibile che ha saputo dominare i suoi mostri e raccontarli nel suo celebre Open. Scorre una foto del 1992, loro campioni di Wimbledon agghindati a festa, «ma al party Andre venne con una fidanzata sorride Stefanie -. Io ero nervosa perché pensavo di dover ballare con lui e mi preparai con mio fratello. Peccato che quell'anno si ruppe la tradizione, ci sono riuscita sette anni dopo». Il 1999, l'anno in cui Andre ha conquistato il suo cuore: «Sono convinto che i sogni si fanno da svegli: quel giorno ho sognato ad occhi aperti una cosa che poi è accaduta». Nel 2001, il matrimonio.

Racconti, scorre un altro frammento, Newport 2004. Steffi entra nella Hall of Fame, Andre legge una vera dichiarazione d'amore («era così bella che i miei amici erano arrabbiati, perché poi le loro mogli li hanno rimproverati»). In quel video lei si alza e parla a stento («La mia carriera è stata un grande viaggio che mi ha portato a te, ed è incredibile quanto ti ami»), sullo schermo del palazzetto di Cuneo gli occhi di Agassi sono gonfi di commozione, Steffi rincara la dose: «Ventitré anni fa, quando ci siamo sposati, ero innamoratissima. Oggi non è diverso». Ovazione.

Stefanie e Andre oggi sono una famiglia, con due figli («abbiamo deciso di lasciarli seguire il loro cuore»), una Fondazione che aiuta i ragazzi con meno possibilità. Le difficoltà di lui si conoscono, è tutto scritto nel suo libro, pochi però ricordano che quando, nel 2011, anche Agassi entra nella Hall of Fame, il padre padrone è lì, orgoglioso e felice: «Non volevo i suoi consigli, eppure ha visto nel futuro - rivelò il campione -: quando avevo 5 anni mi disse che avrei vinto Wimbledon, a 7 che avrei conquistato tutti gli Slam, poi che sarei entrato in questa Casa della Gloria e infine a 29 anni che avrei sposato Steffi. Papà: continua a dirmi cosa fare...». Pur da remoto si vede che l'ex ragazzo infelice ha fatto pace con il suo passato, «perché quando sai che i tuoi genitori non possono capire tutto di te, allora cominci tu a capire loro. Mio padre era un uomo passato nel dolore che voleva farci avere una vita migliore. Ci è riuscito». Così com'è riuscita la famiglia di Stefanie: «Mia mamma era la mia roccia, mio padre il mio coach che mi ha insegnato impegno, lavoro, dedizione. Senza di lui non sarei quello che sono». Senza di loro non ci sarebbero loro.

Una coppia unita nell'amore per l'Italia: «Ho iniziato nel circuito tra Bari, Brindisi e Perugia: non venivo qui da tanti anni, Andre non ha mai avuto l'idea di portarmi in vacanza» ride lei; «e io non dimentico la prima volta a Roma su un campo periferico pieno di tifosi che urlavano e mi lanciavano monetine: 15 anni dopo ho vinto il torneo». Una coppia con 30 Slam in tutto, 22 lei e 8 lui, «però non abbiamo trofei a casa, preferisco regalarli ai musei tanto restano nel mio cuore» spiega la Graf. Con lui che ridendo aggiunge: «Anche perché se Steffi aggiungesse i suoi ai miei occuperebbe tutto l'appartamento».

Una coppia che ha vissuto tra Lady D, Michael Jackson e Nelson Mandela, e che ammira la semplicità di Jannik Sinner («perfetto ed elegante») e Jasmine Paolini («una scintilla che dà l'anima»). «Andre ha portato il colore nel tennis», «Steffi mi ha insegnato ad affrontare le sfide». E quando tutto finisce, il saluto è lo stesso: «Siamo felici». Il viaggio continua.

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