Cominciò così, con il linguacciuto di Louisville che suonava le sue sentenze: «Nessuno scommetterà che un battista possa battere un musulmano». Vinse chi scommise. Ci vollero quasi 15 round prima che Joe Frazier prendesse Muhammad Ali alla mascella e lo facesse volare a terra. «Un colpo partito dal pavimento» raccontò Ali che si rialzò in tempo per chiudere il match ed accettare il successo di Smokin Joe.
Forse non è solo il destino ad aver deciso che l'8 marzo, giorno dedicato alla festa delle donne, ci riporti a quello di 50 anni fa nel Madison Square Garden di New York quando si affrontarono due uomini che rappresentavano l'essenza di un machismo intelligente e di una violenza brutale ma consapevole. Quello fu il primo match di una triade, durata 41 round, che rappresentò una delle più grandi rivalità dello sport e almeno due sfide su tre vennero classificate tra i più grandi match di sempre. Lo definirono The Fight, sul ring due campioni mai sconfitti. Alla fine Frazier rimase l'unico imbattuto. Ma fu qualcosa che trascese la boxe. Guerra fra due stili, due fedi, due identità che divisero l'America: Ali, 29enne uomo di rottura, costretto a 3 anni e due mesi di esilio forzato dal ring per difendere le idee sul Vietnam e Frazier, 27enne principe degli Ercoli, la miglior imitazione di un Rocky Marciano nero, soprattutto un nero integrato. Ali elegante, irritante e chiassoso, l'altro abrasivo e pacchiano-variopinto nel vestire. Quel match scardinò i primati di incasso: 20.455 spettatori versarono un milione e 352.951 dollari. Da record l'introito delle tv: 16 milioni e mezzo di dollari. Così le borse dei pugili: 2,5 milioni di dollari a testa, ovvero 55mila dollari per ogni minuto dei 45 passati sul ring. Anche per questo un Match del secolo. Ali lanciò una doccia di pugni, e l'altro passava sotto insensibile. «Frazier non è un pugile, ma un carro armato Sherman», sentenziò Burt Lancaster commentatore per un canale tv. E quando Ali cominciò a sbarellare all'11° round, Frazier divenne impietoso. Chiusero la sera in ospedale: Ali uscì presto, Joe ci restò una decina di giorni.
Eppure quel match e gli altri due ne fecero la coppia del ring più famosa, come uno avesse bisogno dell'altro. «Senza lui non sarei stato quel che sono e così lui senza di me. Insieme abbiamo fatto una bella squadra». Così sentenziò Muhammad Ali.
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