Milan all'ultimo secondo. Mexes trova la Champions

Rossoneri imbarazzanti a Siena, contro una squadra già retrocessa. Pareggiano su rigore e vincono all'87'. Allegri ora trema

Milan all'ultimo secondo. Mexes trova la Champions

Sul traguardo, barcollando come Dorando Pietri, il Milan ha un colpa di coda degno di un vero satanasso e agguanta terzo posto e Champions strappandoli alla Fiorentina che dilaga a Pescara. È il funerale che diventa processione. Accade tutto nell'ultima curva del viaggio a Siena, cominciato bene, diventato un tormento col vantaggio di Terzi e finito con l'esultanza di Galliani in tribuna. Pensate e riflettete bene: a 20 minuti dai titoli di coda, il Milan è sotto di un gol e con un uomo in meno (Ambrosini espulso per doppio giallo, poi conto pareggiato dal doppio giallo di Terlizzi). Solo una squadra dotata di chissà quale energia, fortuna e una fede incrollabile può riuscire nell'impresa di ribaltare un cedimento clamoroso e rovinoso.

Prima Balotelli (il migliore dei suoi) su rigore e poi Mexes (destinato a uscire, poi ripensamento ed esce Abate) lanciatosi all'assalto, riescono a trasformare una sconfitta stampata sui muri dello stadio di Siena in un ribaltone. E così il trionfo annunciato della Fiorentina a Pescara diventa il riscatto della gente milanista, di Allegri, ma anche di Balotelli che è l'anima del gruppo capace nella ripresa di trovare in pochi centimetri e in pochi secondi ciò che disperde sciaguratamente nei minuti precedenti. Se si pensa alla partenza del Milan (7 punti in 8 partite), questo è un piccolo trionfo che consente ai berlusconiani di accedere ai preliminari di coppa dei Campioni e di recuperare quei 30 milioni che possono consentire un mercato dignitoso. 42 punti collezionati nel girone di ritorno sono qualcosa di prodigioso, perciò a Siena può avere luogo l'inattesa festa degli Allegri boys che han visto in faccia le streghe dell'Europa league prima di tornare a riveder le stelle. Il rigore di Balotelli (strattonato in modo plateale da Paci, per proteste fuori Iachini e un paio di assistenti) è la scintilla, la stoccata di Mexes incendia il finale.

Dicesi fuoco di paglia quel fuoco che dura poco, brucia qualche minuto per poi spegnersi. Così il Milan ieri sera a Siena. Brucia in 5 minuti almeno quattro occasioni per mettere al muro il Siena prima di disperdere l'occasione migliore con Niang (non trova il pallone a porta spalancata) e di ritrovarsi addirittura sotto di un gol sulla solita distrazione collettiva a metà frazione (Rosina può avanzare tranquillo e crossare sul secondo palo dove Terzi solo soletto può deviare in porta). La rabbia di Balotelli si sprigiona su un colpo di testa (traversa schiantata) e su una punizione a giro (prodigio di Pegolo) mentre emergono lo smalto discutibile di Ambrosini e Montolivo (di ritorno da ko) e l'atipico disegno tattico (4-2-3-1). Niang, bocciato all'intervallo, chiude con almeno un merito: evitare un gol possibile con un recupero intelligente. Pazzini (al posto di Niang) ed El Shaarawy recuperato (al posto di Nocerino) lanciati nella mischia sono le carte giocate nella ripresa da Allegri. E per una volta più punte (addirittura 4 più Robinho) equivale a più gol, come dimostrano lo sbocco finale che coincide anche col cedimento del Siena.

Le difficoltà dei milanisti risultano moltiplicate dalle scintille in campo che procurano un paio di espulsioni ma anche quell'assalto cieco e furioso. Il Siena, con dignità, tiene il campo e resiste fino al rigore. A Firenze delusione fatale, a Milanello saltano i tappi di champagne. E oggi sapremo di Allegri.

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