Scusate la franchezza ma bisogna essere più realisti dei re di Wembley 2021. Stasera comincia l'avventura della Nazionale di Luciano Spalletti che occupa - per cifra tecnica - la posizione numero tre nel girone con Spagna e Croazia, squadre che documentano una maggiore cifra tecnica rispetto al team azzurro. Riavvolgendo il nastro di quella magica spedizione inglese, oltre al rimpianto di non avere più tra noi Gianluca Vialli che ne divenne una scorta preziosa, ci mancano di sicuro due pilastri difensivi come Bonucci e Chiellini, i blitz di Chiesa. Solo qualche prodezza di Donnarumma nel frattempo diventato capitano, può essere il cordone ombelicale. Perciò è cosa buona e giusta chiamare alla ribalta Gianluca Scamacca e qualche altro suo sodale di fresca nomina per chiedere loro di piegare la resistenza dell'Albania.
È una sfida trappola per due motivi: 1) perché dal ct Silvinho (ex assistente di Mancini) fino ad Asllani, ci conoscono bene; 2) perché c'è il solito rischio di sottovalutare l'ostacolo contando su vecchie sfide che non corrispondono allo spessore attuale. Le idee di Spalletti, del suo calcio moderno, sono lo spartito ma è bene che prendano a correre sulle gambe di una squadra nella quale qualche energia nuova, tipo Frattesi, tipo Calafiori definito ieri dal ct «calciatore internazionale», può scompaginare il piano dei rivali. È un appuntamento trappola: solo col successo si può pensare di sbarcare alla fase successiva. Non dimentichiamo, in tal senso, gli affanni e gli stenti traditi in passato per centrare la qualificazione (contro l'Ucraina).
Se all'improvviso Scamacca è diventato il santo protettore del calcio azzurro, c'è un motivo preciso. Non abbiamo la garanzia di un Chiesa brillante e soltanto ieri Barella è entrato nell'elenco dei disponibili dopo aver smaltito qualche acciacco. È uno dei pilastri di questa Nazionale.
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