Dalla Champions al campionato, cambia qualche interprete ma non lo spartito e il risultato è lo stesso. Maurizio Sarri, alla centesima panchina con il Napoli, sfata così il tabù dell'esordio (aveva sempre fallito la prima) e i partenopei rispondono immediatamente alla Juve. Le accelerazioni di Insigne, ancora uomo assist, spaccano la partita; la puntuale regia di Diawara e i 60 minuti concessi a Milik - che sorride per la terza rete segnata alla quinta da titolare, dimostrando di aver messo ormai alle spalle il periodo buio dell'infortunio al crociato - confermano che il tecnico ha «virtualmente» due nuovi acquisti in rosa. Tardivo il rigore di Pazzini, furbescamente conquistato da Bessa che fa rimediare un rosso a Hysaj: non muta l'esito del match pur con un finale in sofferenza. Con un trend del Napoli che è quello della passata stagione (18 volte su 38 in campionato gli azzurri avevano segnato almeno 3 gol), se verranno superati anche quei momenti di black-out in alcune gare, potrà davvero essere un serio pretendente al titolo.
Se il primo test ufficiale con il Nizza aveva fornito segnali importanti, la sfida di Verona consegna a Sarri qualche certezza in più. Manca ancora l'apporto di capitan Hamsik, che fallisce l'appuntamento per lui quasi fisso con il gol al debutto in campionato (ne ha già realizzati sette) e che sembra più indietro rispetto ai compagni di squadra. Ma il Napoli offre ancora spettacolo e bel gioco, nonostante il Verona si difenda a lungo in maniera ordinata. Il Bentegodi, campo tradizionalmente ostico agli azzurri anche per la rivalità tra le tifoserie (prima del match, un gruppo di ultras gialloblù aveva cercato il contatto con quelli del Napoli), si rivela nemico solo perchè metà del terreno non è stato rizollato dopo il concerto estivo di Robbie Williams, inoltre soffia un forte vento e piove. E al netto degli errori nel palleggio, soprattutto nel primo tempo quando giocano nella zona più «disastrata», i partenopei gestiscono comunque bene la gara, creando occasioni (bravo Nicolas in almeno tre occasioni) e mostrando la solita manovra veloce.
Il Napoli voleva partire di slancio in campionato, memore del pareggio (2-2) di un anno fa a Pescara contro un'altra neopromossa. Sarri attua così un turnover ragionato rispetto alla gara con il Nizza: Chiriches in difesa, Zielinski e Diawara a centrocampo, Milik davanti al posto del Mertens in gran forma. Il Verona di Pecchia (doppio ex da giocatore e da secondo di Benitez) rinuncia a Pazzini in partenza - entrerà solo dopo 72 minuti - e schiera Bessa nel ruolo di falso nueve, dedito anche alla marcatura di Diawara. La truppa di Sarri comanda le danze, i veneti contengono per 25 minuti risultando spesso schiacciati dalle manovre avvolgenti degli avversari. Poi arriva il regalo di Souprayen con un autogol sfortunato mentre controlla l'avanzata di Chiriches dopo l'uscita non impeccabile di Nicolas. Non ci sarebbero dubbi sul gol, ma l'arbitro Fabbri - con quello che viene definito un silent-check - convalida dopo aver parlato con i colleghi addetti al Var (Doveri e Chiffi).
Il 2-0 di Milik, nato da un'azione micidiale iniziata da Diawara e perfezionata dalla corsa di Insigne, chiude di fatto la pratica, anche se Reina deve superarsi su Cerci e Verde.
Mertens, appena entrato, favorisce il 3-0 di Ghoulam, il terzino che deve ancora decidere se restare alle pendici del Vesuvio. Sotto la pioggia, è Insigne che cerca di regalarsi la gioia del gol, ma arrivano invece il rigore di Pazzini e l'espulsione di Hysaj. Ma la vittoria era già blindata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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