Anno nuovo, vecchia cinica Roma di Mou

Bastano un rigore di Pellegrini e un salvataggio di Abraham, Bologna ko

Anno nuovo, vecchia cinica Roma di Mou

Anno nuovo, Roma vecchia ma che si prende una vittoria casalinga che mancava da ottobre. Nel pomeriggio del 18° sold out consecutivo all'Olimpico, si rivede la squadra cinica di Mourinho - assente per squalifica dalla panchina e rintanato in una stanza nella pancia dello stadio a seguire il match -: basta il rigore trasformato da Pellegrini dopo sei minuti per restare agganciati al trenino Champions, mentre Abraham (lasciato fuori dai titolari ed entrato dopo un'ora di gara) si inventa difensore all'ultimo tuffo per blindare il vantaggio.

Ancora una volta Mourinho - che a sorpresa propone tra i titolari il classe 2003 Tahirovic, nato in Svezia ma di origini bosniache - non schiera tutti insieme i suoi quattro tenori. Anzi Dybala, che si procura il rigore del vantaggio, e Zaniolo, che manca il 2-0 a inizio ripresa, devono arrendersi ben prima del 90'. Una botta al ginocchio destro per l'azzurro, solo crampi per l'argentino che non giocava una gara da titolare da 87 giorni, ma le loro condizioni non preoccupano. Meglio non rischiare soprattutto quando qualche dolorino inizia a farsi sentire.

In tribuna il neo arrivato Solbakken e il separato in casa Karsdorp, con le valigie in mano. Per l'ennesima volta la Roma porta a casa il successo dopo essere passata in vantaggio, ma nonostante la solita partita fatta di attesa dell'avversario e ripartenze, corre di fatto un solo vero rischio a pochi secondi dal fischio finale, quel colpo di testa sventato da Abraham sulla linea di porta. Il Bologna esercita un netto possesso palla (62 per cento finale) ma mostra poca concretezza in fase di finalizzazione. Polemico però il tecnico degli emiliani Thiago Motta a fine gara: «È difficile digerire questa sconfitta: Dybala cerca il difensore che tocca anche la palla, non era rigore. E manca un penalty clamoroso per noi (Ferguson viene ammonito per simulazione in area, ndr)».

Prima di un match brutto e senza grandi sussulti l'omaggio da brividi a Mihajlovic: «Ciao Sinisa» lo striscione sorretto dai due capitani Pellegrini e Soriano e lungo applauso degli oltre 60 mila tifosi presenti allo stadio.

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