Quando Jannik Sinner entra con le racchette in saccoccia nell'Inalpi Arena di Torino, il tennis esplode. Un anno fa era un ragazzo quasi sorpreso dell'amore dimostrato dal pubblico, dodici mesi dopo il delirio è totale. Ecco insomma cosa vuol dire avere le Atp Finals in casa con il numero uno del mondo in campo, e non c'è dubbio che il voler prolungare l'evento fino al 2030 in Italia (ne sapremo di più a fine settimana, probabile la staffetta con Milano) sia un atto di fiducia in un campione che non ha più paura di nessuno. Wada esclusa. Insomma: luci basse, battiti nel cuore, passo ciondolante, musica hollywoodiana e un timido sorriso. La gente è ai suoi piedi: Sinner fa l'esordio nel girone dedicato a Ilie Nastase contro Alex de Minaur, uno che dice di essere il suo migliore amico nel circuito. Ma che intanto nei primi sette one-to-one della carriera è riuscito al massimo a strappargli un set.
E infatti: pronti, servizio, ace. E nemmeno un break subìto al secondo gioco ferma Jannik, che rimette subito le cose a posto e finisce per vincere il set 6-3. La novità è che gli allenamenti fatti a Monte Carlo prima di arrivare hanno portato qualche consiglio: servizio sicuro, qualche inedito back ad effetto, soprattutto un gioco di volo raffinato con l'aiuto di Radek Stepanek come sparring partner. In pratica: è de Minaur a dover sempre inseguire anche quando è davanti nel punteggio, e così - mentre Sinner si trasforma perfino da crocerossino procurando dell'acqua a una persona che ha un malore sugli spalti - nel quinto gioco si rompe ancora l'equilibrio ed è l'inizio della fine. Da ace a ace Jannik chiude 6-3, 6-4 e lascia aperte le scommesse che lo vedono trionfare nel torneo senza perdere un set: «Non c'è posto più bello per finire la stagione. Con Fritz sarà dura. L'anno scorso siamo arrivati vicini a vincere, quest'anno vediamo...». Lui e noi, s'intende.
Nel pomeriggio intanto Daniil Medvedev ha confermato il suo attuale mal di tennis, rivelando che non si tratta però di un problema passeggero. Battuto 6-4, 6-3 da Fritz, con il corollario di racchette spaccate e siparietti con l'arbitro e con il pubblico, il russo si è liberato in conferenza stampa: «Sono due-tre anni che non provo più piacere a stare in campo. Sono stanco, arrabbiato, frustrato con me stesso: giorno dopo giorno ogni allenamento è una sofferenza. Io sono uno che lotta, ma in questo momento combatto contro qualcosa che non dipende da me stesso.
Vedrò come va: se non funziona vorrà dire che andrò in vacanza». Tanto che moglie e figlioletta ieri hanno preso la valigia e lo hanno già anticipato.Oggi, girone Newcombe. Ore 14: Alcaraz-Ruud. Ore 20.30: Zverev-Rublev.
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