
Povera Juventus. Travolta a Firenze da una Viola tracimante per novanta minuti. Piena di talento, la Fiorentina di Palladino: soprattutto, piena di voglia e di passione nel correre dietro alla palla, nel raddoppiare in ogni zona del campo e nella costante ricerca del divertimento. Di contro, una Signora spaesata e senza nerbo, con una fase difensiva imbarazzante e un atteggiamento autolesionistico. Risultato: dopo le quattro reti prese dall'Atalanta nel turno precedente, ieri la squadra di Thiago Motta ne ha beccate altre tre. Due delle quali tra il 15° e il 18° del primo tempo: una sorta di bombardamento che nei numeri richiama la Prima Guerra Mondiale, limitandosi ovviamente al territorio calcistico. Ha cominciato Gosens, con una sberla dopo azione di calcio d'angolo che ha trovato dormiente la difesa bianconera, imbambolata come nemmeno uno stoccafisso al mercato del pesce. E poi, tre minuti dopo, il raddoppio che sa tanto di sberleffo: colpo di testa di Kean sulla trequarti, rifinitura da applausi di Fagioli e gol di Mandragora. Tre ex juventini, uno in fila all'altro: tre italiani, per di più, mentre nella Juve di oggi giocano stranieri impresentabili e sopravvalutati. La partita in pratica è finita lì e, anzi, non è sostanzialmente mai iniziata perché alla fine del primo tempo non si saranno registrate conclusioni nello specchio della porta difesa da De Gea: la Juve si è così trascinata negli spogliatoi, Thiago Motta ha effettuato il primo cambio al quarto d'ora della ripresa (lasciando seduti fino alla fine sia Vlahovic che Yildiz) ma nulla è cambiato, anche perché nel frattempo Gudmundsson aveva segnato il 3-0 (altro assist di Fagioli) mettendo in ghiaccio la vittoria.
Risultato: il Bologna è adesso quarto in classifica, la Juve è quinta a una lunghezza, con il minimo vantaggio sulla Lazio e tre soli punti in più rispetto alla Roma. Inutile peraltro affannarsi in troppi ragionamenti, visto il periodo: «Andremo avanti con Thiago Motta le parole di Giuntoli nel post partita -. È un momento delicato, ma bisogna rimanere uniti perché da queste situazioni si esce tutti insieme. Ci vuole equilibrio, la qualificazione alla Champions è ancora alla nostra portata».
«Non abbiamo saputo reagire alla prima difficoltà, come già accaduto contro l'Atalanta e dopo avere iniziato la gara in maniera positiva è invece l'analisi di Thiago Motta -. Dobbiamo reagire e valutare qualche accorgimento per il futuro. Se penso alle dimissioni? Sarebbe troppo facile andarmene, non sono il tipo. Abbiamo bisogno di vincere: non c'è altro da dire».
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