A Baku iniziano gli inutili Giochi europei

Solo tre sport danno pass per Rio: uno è il ping pong. E l'Olanda ripensa la candidatura per il 2019

A Baku iniziano gli inutili Giochi europei

Potenza del gas e del petrolio. Da tempo interessi economici hanno spostato verso Oriente la geografia dello sport. Ecco che Baku, capitale del florido Azerbaijan - nel 2014 il Pil nazionale era pari a 77 miliardi di dollari - repubblica caucasica in riva al Mar Caspio, tre anni fa si è visto assegnare dal Coe (costola continentale del Cio) la prima edizione dei Giochi Europei. Nessuna contraddizione: è un paese asiatico solo geograficamente, ma membro del Consiglio d'Europa. E poco oltre la città vecchia si sta già asfaltando la strada per il Gp d'Europa di F1 nel 2016.

L'evento è ambizioso: investimenti faraonici (il governo azero ha parlato di un miliardo di dollari per i lavori, ma gli economisti moltiplicano la stima fino a cinque volte, senza contare viaggio, vitto e alloggio offerti fino all'ultimo centesimo ad atleti e delegazioni stranieri); diciotto siti di gara, di cui 12 permanenti, costruiti quasi ex novo in 30 mesi; 6.000 atleti in gara per 253 ori (l'Italia ne avrà 284, 120 donne, con sei ori olimpici tra cui la portabandiera Giulia Quintavalle, e nove medagliati a cinque cerchi); tre gli sport (tennis tavolo, tiro e triathlon) che garantiscono un pass per Rio. Queste piccole Olimpiadi sono di fatto una risposta del Vecchio Continente a quelli Panamericani o asiatici: l'obiettivo è accentrare in questi Giochi le qualificazioni per l'Olimpiade dell'anno successivo e l'assegnazione dei titoli continentali delle singole federazioni (strada già seguita quest'anno dal judo). Ma l'appuntamento pare studiato apposta per dare visibilità a Baku, che ha scelto lo sport come veicolo d'immagine: Olimpiadi degli scacchi nel 2016, Giochi islamici nel 2017, 4 partite dell'Europeo di calcio itinerante nel 2020, e il sogno Giochi del 2024 nei quali è in corsa Roma.

Democrazia e diritti non tengono però il passo del dinamismo economico. Dal crollo dell'Unione Sovietica il Paese è retto della famiglia Aliyev e decine di giornalisti, blogger e attivisti per i diritti umani sono in carcere in Azerbaijan con accuse studiate ad arte. Tanto che ai rappresentanti di Amnesty International è stato negato il visto. Particolari trascurabili, secondo il ministro dello sport Azad Rahimov, che ha affidato la plancia di comando dei primi European Games ad esperti manager stranieri. Più di 200 arrivano dall'esperienza di Londra ed inglese è anche il responsabile operativo, Simon Clegg, che ha un budget di quasi 850 milioni di euro. «Nel 1988 il 78% degli atleti europei vinceva medaglie olimpiche, 20 anni dopo a Pechino era il 32 - ha sottolineato Clegg -. È come se gli atleti si intimorissero nel clima dei Giochi per cui avere un evento così un anno prima serve a prepararli».

Peccato che la maggioranza dei big non sarà a Baku: l'atletica assegnerà la terza lega della Coppa Europa, il nuoto proporrà gare per gli juniores, il basket sarà presente solo con la versione 3x3.

Oggi all'alba si alzerà il sipario sulle gare prima della sontuosa cerimonia di apertura, ma l'incidente capitato a tre giovani sincronette austriache (una è grave), investite da un bus navetta nel villaggio, non è un buon auspicio. Così come non depone a favore del futuro dei Giochi il passo indietro dell'Olanda candidata per l'edizione 2019.

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