Riprendere anche Messi: e perché no? Al Barcellona questa è l'estate più folle che si ricordi, dal punto di vista del calciomercato. Un club che, stando alle notizie che escono, sarebbe sull'orlo del fallimento e che invece spende e spande a più non posso. Con il presidente Laporta, anzi, che butta lì idee faraoniche come se nulla fosse. L'ultima, appunto, di queste boutade è riportare in Catalunya il fenomeno argentino, che prende 40 milioni netti al Psg, non proprio noccioline.
E sarebbe l'ennesimo fuoco d'artificio di un mercato degno degli sceicchi, visto che i blaugrana in questa sessione di mercato hanno speso (fonte Transfermarkt) 103 milioni: 58 per il fantasista brasiliano Raphinha, autore nella notte tra sabato e domenica del gol che ha deciso l'amichevole contro il Real Madrid, e 45 per Lewandowski che tra un anno sarebbe stato libero a zero. In più ha accolto «gratis» Franck Kessié dal Milan e Andreas Christensen, difensore centrale dal Chelsea, ma dando a entrambi stipendi corposi. Per fortuna ha recuperato 20 milioni grazie alla cessione di Coutinho all'Aston Villa e 3 per il prestito di Trincao allo Sporting Lisbona: in compenso ha tutt'ora almeno 5-6 giocatori costosissimi a bilancio e del tutto fuori dai progetti tecnici dell'allenatore Xavi.
Ciascuno di questi esuberi ha al collo il cartello «vendesi», ma per ora di trattative vere non se ne parla, anche perché gli stipendi dei calciatori del Barça sono abbondantemente fuori mercato (Pjanic, per dire, prenderà 8 milioni netti nelle prossime due stagioni). E non è qualche algoritmo strano a dirlo, bensì la Liga, le cui regole sono chiarissime: senza tagli al monte-salari non si possono tesserare nuovi giocatori. I catalani comprano, ma per ora non tesserano, anche se sono fiduciosi di riuscire a farlo a breve, con il campionato al via tra tre settimane. Male che vada si cederà qualcuno, tipo Frenkie De Jong, ma il Manchester United non pare intenzionato a spendere 85 milioni per l'olandese, oppure si attiverà l'ennesima «palanca».
Parola-chiave di quest'estate in casa-Barcellona, l'ennesima «leva»: in pratica, vendere tutto il vendibile giocatori a parte, cambiando il nome al Camp Nou in «Spotify Stadium» oppure cedendo i propri diritti televisivi, per centinaia di milioni. Ma guai, per ora, a toccare la rosa. Anzi, magari si prova pure a riprendere Messi.
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