Binda, Coppi, Ballerini e le 19 vittorie azzurre ai Mondiali di ciclismo

Le vittorie italiane nelle prove in linea dei Mondiali di ciclismo sono 19, ottenute con 15 corridori diversi. Azzurri imbattibili nei primi anni '30, ma altri periodi d'oro ci sono stati negli anni Settanta e Ottanta, per poi arrivare alla doppietta di Bugno e al tris consecutivo negli anni Duemila

Bettini e Ballerini festeggiano uno dei tanti allori
Bettini e Ballerini festeggiano uno dei tanti allori

L'avventura italiana ai Mondiali comincia nel migliore dei modi: la prima edizione è vinta da Alfredo Binda nel 1927. L'Italia fece il botto quell'anno, piazzando quattro corridori nelle prime quattro posizioni, risultato mai ripetuto in seguito. Alle spalle di Binda si classificarono Costante Girardengo, Domenico Piemontesi e Gaetano Belloni. Tre anni più tardi, Binda si ripete e la spedizione italiana centra una doppietta, con Learco Guerra secondo. Quest'ultimo si rifà l'anno successivo, conquistando il titolo. L'Italia è padrona assoluta e nel 1932 completa il tris di successi di fila ancora con Binda, che con il terzo trionfo diventa primatista assoluto, soltanto eguagliato nei decenni successivi da Van Steenbergen e Freire.

Bisogna aspettare 21 anni prima di rivedere un Italiano in cima al mondo: è Coppi a laurearsi campione nel 1953, conquistando l'alloro che ancora mancava alla sua straordinaria carriera. Il suo declino comincerà poco dopo il titolo iridato. Cinque anni più tardi a gioire è Ercole Baldini, che a Reims batte i padroni di casa Bobet e Darrigade. Dopo dieci anni di piazzamenti, l'Italia ritorna sul gradino più alto nel 1968 con Vittorio Adorni, e completa il podio con Dancelli, terzo. Nel 1972 nuova doppietta: Marino Basso precede Bitossi a Gap, beffandolo proprio sulla linea del traguardo. L'anno seguente è ancora festa azzurra grazie a Felice Gimondi. Nel 1977 tocca a Francesco Moser iscrivere il suo nome nell'albo d'oro dei Campioni del mondo, seguito nel 1982 dal grande rivale Giuseppe Saronni, che si aggiudica l'iride con l'ormai celebre "fucilata di Goodwood", un'accelerazione secca alla quale gli avversari non seppero replicare.

Gli anni '80 sono una seconda età dell'oro per l'Italia: nel 1986 è Moreno Argentin a laurearsi campione, con Saronni che si piazza terzo. Nel 1988 è il turno di Maurizio Fondriest, che conquista la maglia iridata a Ronse, in Belgio. L'inizio degli anni Novanta è caratterizzato dalla doppietta di Gianni Bugno, che fa suo il titolo nel 1991 e si ripete nel 1992. Mai prima di lui un atleta italiano era riuscito a diventare Campione del mondo per due anni consecutivi. Dopo Bugno seguono dieci anni di buio, rischiarati dalla luce di Cipollini che nel 2002 illumina come un flash il traguardo di Zolder, chiudendo una stagione per lui straordinaria. È l'inizio dell'era Ballerini, che da commissario tecnico vincerà in tutto quattro campionati del mondo. L'apice della sua gestione è il triennio 2006-2008, in cui gli Azzurri diventano imbattibili. Bettini trionfa nel 2006 a Salisburgo e, come Bugno, concede il bis l'anno successivo a Stoccarda. Il "Grillo" - questo il suo soprannome - abdica nel 2008, ma è pronto a subentrargli Ballan, che vince l'edizione di casa disputata a Varese precedendo Cunego.

Sono gli ultimi lampi azzurri: dal 2009 ad oggi neppure un podio e un quarto posto come miglior risultato.

In mezzo la tragica scomparsa nel 2010 del ct Ballerini in un incidente rallistico, la gestione Bettini priva di successi e ora il debutto di Cassani alla guida della nazionale, con la speranza che possa rinverdire i fasti del recente passato.

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