Bon ton Allegri: "È la sfida di sempre". Classifica a parte

Allegri: "Nell'ultimo mese hanno avuto dei problemi, ma Galliani ha fatto un gran mercato". Tevez a rischio: ha l'influenza. E in casa Milan si spera nel pari

Bon ton Allegri:  "È la sfida di sempre". Classifica a parte

Torino - Il fascino della sfida è tutto al passato. Perché la classifica non ammette dubbi: sulla carta, l'odierno Juventus-Milan è match scontato. Poi è chiaro che tutto può accadere eccetera eccetera: il + 21 con cui però la Signora si appresta a ospitare uno dei Diavoli peggio messi della storia recente è macigno impossibile da non scorgere. «E' pur sempre Juve-Milan», ha però sottolineato ieri Allegri. Quattro quarti di nobiltà derivanti dall'accoppiamento tra la storia bianconera e quella rossonera, ecco: dopo di che parlerà il campo e, al netto di polemiche e controversie sempre possibili, saranno parole inequivocabili. La Juventus comunque sta bene ma non benissimo, è reduce dal pareggio di Udine dove non ha brillato ma dove avrebbe anche potuto vincere se Tevez nel finale avesse azzeccato il matchpoint e, dulcis in fundo, ha qualche assenza di troppo che costringerà Allegri a un mezzo equilibrismo: se la scelta sarà quella di affidarsi alla difesa a quattro, e stanti le assenze dello squalificato Lichtsteiner e dell'acciaccato Caceres, sulla destra ci sarà uno tra Padoin, Pepe e Sturaro. Viceversa, spazio alla difesa a tre con Ogbonna, Bonucci e Chiellini: «Affrontiamo una squadra che nell'ultimo mese ha avuto delle difficoltà - ha detto ieri Allegri -. Galliani però ha fatto un ottimo mercato, portando in rossonero quattro nazionali. La vita è fatta di cicli che iniziano e finiscono, ma credo che alla fine ritroveremo i rossoneri in Europa. Il Milan ha tutte le qualità per tornare a essere la principale antagonista della Juve».

Molto “politically correct”, il tecnico bianconero. Che non è tipo da fuoco e fiamme, nemmeno quando gli vengono ricordati i rapporti non certo idilliaci (eufemismo) con Inzaghi. «Non so giudicare se sia la persona giusta per il nuovo ciclo del Milan, ma se Berlusconi e Galliani lo hanno scelto è perché ha tutte le qualità per fare l'allenatore. Nell'arco di una carriera ci sono momenti difficili: credo però che Inzaghi abbia tutte le caratteristiche per fare bene. Se gufo contro di lui? Penso solo alla Juventus. Certe cose fanno parte del passato, io cerco sempre di guardare avanti». Appunto. Volando basso, anche: «Leggo che la Juve avrebbe già vinto lo scudetto, mentre invece il cammino è ancora lungo e certe voci possono distoglierci dall'obiettivo finale. Serviranno equilibrio e determinazione. Ci sono 51 punti a disposizione e la Roma potrebbe arrivare a quota 94: potenzialmente è quella la quota scudetto».

Lui intanto si gode i 50 punti fin qui raccolti, le 20 vittorie festeggiate nelle prime 30 partite da tecnico bianconero e la testa della graduatoria mai mollata: c'è di peggio, mettiamola così. Lasciando per il momento fuori dall'uscio l'idea degli ottavi di Champions contro un Borussia Dortmund alla deriva («troppo presto») e sapendo perfettamente - senza falsa modestia - di avere portato dalla sua parte anche quei tifosi che in estate erano scettici sul suo conto: «Era normale che all'inizio ci fosse un po' di contestazione, dal momento che era andato via un tecnico capace di vincere tre scudetti di fila e vedendo arrivare l'allenatore antagonista nei due anni precedenti. Poi il clima è cambiato: il tempo aggiusta tutto, nel calcio e nella vita. Come si dice dalle mie parti, le chiacchiere le porta via il vento e le biciclette i livornesi». Come dire: inutile discutere, parla la classifica, parla il campo.

E chissà se parlerà ancora Tevez, che il Milan avrebbe voluto fortemente prima della Juve e che al Milan ha già segnato due gol: sempre a San Siro e sempre vincendo. Ieri gli è venuta un po' di febbre. Vedremo chi è più forte: Carlitos o la febbre?

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