Brignone, detto e fatto: un argento gigante tutto classe e maturità

Dopo l'oro nella combinata, un'altra medaglia mondiale dietro regina Shiffrin. Peccato Bassino

Brignone, detto e fatto: un argento gigante tutto classe e maturità
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L'argento va su tutto: sta bene a 20 anni, quando lo vinci quasi a sorpresa. Ti definisce a 32, quando te lo prendi con la forza della maturità. Federica Brignone lo indossa e lo porta benissimo nella sua collezione iridata che, ieri a Meribel, si è arricchita di un pezzo in più, nel gigante vinto da Mikaela Shiffrin per 12/100 con la terza piazza di Raghnild Mowinckel a 22/100. Non è una medaglia prêt à porter perché «c'è voluta tutta la forza per raschiare il barile delle energie prosciugate dall'influenza». Eppure la donna di ieri ha ancora gli occhi della fanciulla che, a Garmisch il 17 febbraio come oggi di 12 anni fa, stupì tutti. Anche se stessa, mettendosi al collo il primo pezzo di una haute couture che, in questo made in Italy dello sci alpino, è la più completa: «Allora era una occasione da non perdere, quasi un sogno; oggi è un risultato che conferma quello che sto facendo». Brignone lo scandisce: «Ero carica e so dove sono, sono piena di gioia». Poi la dedica a Elena Fanchini e alla sua famiglia: «Li porto nel cuore, non dimenticherò il sorriso di Elly».

Fede d'argento e fede incrollabile nel destino che allunga le carriere se solo si lavora tanto come lei: «Mi spiace essermi fermata per questa influenza, ma ricaricarmi a casa mi ha permesso di fare del mio punto debole, quello di forza». E di andarsi a prendere un tris di medaglie iridate che eguaglia quello olimpico. Brignone fa doppietta mondiale nella stessa edizione, dopo l'oro in combinata e aggancia, in fatto di metalli mondiali, Isolde Kostner e Deborah Compagnoni che, proprio qui nel 1992 olimpico, fu oro in superG, ma si ruppe il ginocchio in gigante.

No, la Roc Del Fer non ha tradito la sua Fede: qui dove aveva chiuso la scorsa stagione vincendo, ora ha ritrovato quella neve primaverile che ultimamente tanto la esalta. Chiusi i conti con i troppi quarti posti in stagione, Fede è d'argento ma soprattutto gigante. Glielo ricorda Tina Maze, ora ai microfoni della tv: fu lei a bagnarle il naso di rookie mondiale per 9/100 12 anni fa ed oggi dice: «Chi sa andare forte in gigante è al top delle sue qualità psico fisiche». Oggi Brignone festeggia dietro ad un'altra grandissima, regina Mikaela. Così la più forte delle azzurre si arrende solo alla più forte di tutte, nel day after più incerto per Shiffrin: il coach storico Mike Day ha girato i tacchi degli scarponi, dopo aver saputo che il suo incarico sarebbe finito a fine stagione. L'americana ha risposto vincendo l'oro mondiale che le mancava settimo sigillo d'oro su 13 metalli - e guarda già ad un possibile rabbocco di medaglie domani in slalom. In un giorno perfetto c'è spazio per due dispiaceri: Tessa Worley, davanti al pubblico di casa e alla sua ultima stagione, avrebbe potuto fare come Brignone, perché su quel podio iridato, 12 anni fa, c'era anche lei, altra miss gigante di longevità, ma i dossi della pista se la risucchiano fra le reti.

E poi c'è Marta Bassino: l'errore nella prima manche le costa qualcosa di molto prezioso. La sua rimonta di 8 posizioni, col terzo tempo di manche, è feroce, esemplare, ma si arresta al quinto posto, a soli 80/100.

Lezione imparata, dice lei, che guarda già avanti, alla ripresa della Coppa e al collo si vezzeggia l'oro in superG, la terza medaglia di questa spedizione tutta a trazione rosa. Oggi c'è il gigante uomini (dirette tv alle 10 e 13.30 Rai, Sky, Eurosport) con Giovanni Borsotti, Luca De Aliprandini, Filippo Della Vite ed Alex Vinatzer. Speriamo non sia solo una sfilata, ma torni il made in Italy.

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