Un modello da seguire. L'Italia si mette alla finestra e osserva, in attesa di capire se si può prendere spunto dalla Germania. La Bundesliga, infatti, cerca di uscire dal tunnel prima degli altri campionati: da ieri è infatti consentito ai club di allenarsi. Ci sono restrizioni, certo, ma in base all'andamento dell'epidemia verranno via via alleggerite. Ogni società ha ricominciato gli allenamenti organizzando le sedute in maniera particolare, rispettando le norme igieniche necessarie per abbassare al minimo il rischio di contagio. Il Bayern Monaco, per esempio, ha fatto allenare i cinque mini-gruppi (composti da 4 giocatori a testa) ognuno su un terreno di gioco diverso. Fissate a orari diversi anche le sedute, e, per sicurezza, ogni gruppo ha dovuto effettuare percorsi diversi all'interno del centro sportivo per evitare contatti. Al Lipsia, così come al Bayern, i giocatori non sono autorizzati a mangiare insieme: ricevono il pranzo che va consumato a casa. Il Dortmund ha invece chiesto ai calciatori di presentarsi al campo già con gli abiti da lavoro, e di fare la doccia a casa. Interessante anche l'organizzazione del Colonia, che ha suddiviso la rosa in tre gruppi ai quali ha fatto svolgere allenamenti differenti: tattica, palestra e atletica. Tutte idee attuabili anche in Italia.
Eppure anche in Germania qualcosa che non funziona c'è: essendo un Paese federale sono i vari Länder a dare il via libera sulle normative, e a Brema, benché il Werder abbia perfino chiesto un permesso speciale, è stato vietato al club che in Bundesliga è in piena lotta retrocessione di allenarsi. Un problema non di poco conto, visto che ai calciatori servono almeno tre settimane per ritrovare una condizione atletica adeguata e che l'intenzione della Lega tedesca è quella di ripartire già il primo maggio.
Il Werder, insomma viene penalizzato dal proprio Land di appartenenza che in questo modo può condannarlo alla retrocessione. Un paradosso, a dimostrazione del fatto che la Bundesliga può anche essere un modello da seguire in Italia, che deve però smussarne anche i difetti per garantire a tutte le squadre le stesse condizioni di (ri)partenza.
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