Giochi straordinari per uomini straordinari. Le Paralimpiadi sono spesso accompagnate dalla narrativa dell'epicità. Chi è riuscito a scorgere la luce in fondo al tunnel è degno di ammirazione e di emulazione. La differenziazione che c'è però tra rassegna paralimpica e olimpica può alimentare delle discussioni.
È il caso del fuoriclasse del salto in lungo, classe T64, Markus Rehm. Il tedesco, atleta amputato monolaterale, ha vinto l'oro con una misura di 8.18 che gli avrebbe consentito di giungere quarto nella Finale olimpica per normodotati. Un caso particolare quello di Rehm che ricorda quanto accaduto con il fuoriclasse sudafricano Oscar Pistorius. La richiesta per gareggiare coi normodotati è stata fatta e la Federazione Internazionale ha posto il veto. A Bydgoszc (Polonia), nel mese di giugno, il teutonico ottenne la misura migliore del 2021 in assoluto, ovvero 8,62. Lui, che ha perso la gamba sinistra a 14 anni dopo un incidente di wakeboard, è stato l'unico atleta paralimpico a vincere in un contesto Open, mettendo nel mirino misure importanti. World Athletics, però, è stata inflessibile, ritenendo un vantaggio chiaro le protesi in carbonio in fase di stacco. Tesi però contraddetta da alcuni studi secondo cui c'è una compensazione tra miglior balzo e minor velocità nella ricorsa rispetto ad atleti privi di protesi. E così lo squillo di Rehm è arrivato puntuale.
Impresa straordinaria, come è straordinaria l'altezza del giocatore di sitting volley, Morteza Mehrzad, che va a caccia del bis dorato alle Paralimpiadi con la compagine iraniana. La sua altezza di due metri e 46 centimetri ne fa il secondo uomo più alto del pianeta. Uno sviluppo anomalo dovuto all'acromegalia, una malattia che porta chi ne soffre a crescere a dismisura. La sua presenza ai Giochi è giustificata da un incidente in bicicletta a 16 anni, causante una gamba di 15 cm più corta dell'altra. Lo sport è stato per lui la salvezza e le sue caratteristiche fisiche sono l'arma in più di una selezione che vuol regalarsi qualcosa di speciale. Senso di unicità ben presente anche nella squadra del Bel Paese.
Altre cinque medaglie azzurre nell'ottava giornata e Italia nona nel medagliere con 12 ori, 19 argenti e 17 bronzi per un totale di 48 podi. Vittorie frutto del grande lavoro del presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli, commosso da questi successi. I ragazzi del nuoto hanno fatto la voce grossa con un oro e record del mondo annesso di Antonio Fantin nei 100 stile libero S6 e il bronzo di Xenia Francesca Palazzo nei 50 sl S8 (11 ori, 11 argenti e 7 bronzi nel totale in vasca).
Le altre firme sono arrivate dal ciclismo con Luca Mazzone argento nella categoria H1-H2 di handbike e con Katia Aere di bronzo nella gara su strada H5 e dal tennistavolo con la coppia di bronzo Michela Brunelli/Giada Rossi. Uno tsunami azzurro dalle dimensioni crescenti.
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