Maurizio Sarri alla fine ce l’ha fatta a vincere il suo primo titolo in Italia, e che titolo. Il 61enne allenatore toscano nonostante lo scetticismo con il quale è stato accolto fin dal primo giorno in questa sua avventura alla Juventus è riuscito a portarsi a casa il tricolore, con due giornate d’anticipo, il nono consecutivo per i bianconeri che salgono così a quota 36 in via ufficiale.
“Come ho sempre detto, lo scetticismo nei miei confronti è un qualcosa con cui convivo da tantissimi anni e dunque per me questo non è affatto un problema”, si era espresso così Sarri nei primi mesi della sua esperienza alla Juventus che è stata costellata di tanti alti qualche basso e di critiche, forse, a volte eccessive fino ad arrivare a metterlo in discussione in vista della prossima stagione. I bianconeri hanno perso due finali importanti quest’anno, quella di Supercoppa Italiana contro la Lazio di Simone Inzaghi nella sfida giocata a dicembre e quella del 17 giugno in Coppa Italia contro il Napoli di Gennaro Gattuso ma alla fine hanno portato a casa l'obiettivo minimo stagionale: lo scudetto.
Le tappe che hanno portato al titolo
La conquista dello scudetto non è stata di certo una passeggiata di salute per la Vecchia Signora con l’Inter di Conte che è partita subito forte con sei vittorie nelle prime sei giornate con la Juventus, invece, forte di cinque vittorie e un pareggio. La settima giornata è stato il primo stacco decisivo, soprattutto a livello morale, dato dai bianconeri ai nerazzurri. La Juventus infatti si impone per 2-1 contro l’Inter al Meazza giocando una delle migliori partite stagionali e ricordando a tratti il gioco di Sarri al Napoli.
Inter e Juventus continuano a battagliare con i nerazzurri che sorpassano nuovamente i bianconeri alla 14esima giornata complice il pareggio dei ragazzi di Sarri contro il Sassuolo di De Zerbi. La squadra di Conte però dura poco in vetta con la Juventus che si laurea campione d’inverno con 48 punti contro i 46 dell’Inter e i 43 della Lazio di Inzaghi che nel frattempo continua a macinare punti diventando la rivale più accreditata per lo scudetto.
La contesa va avanti con biancocelesti, bianconeri e nerazzurri a battagliare. Si arriva all'8 marzo, alla sfida dello Stadium tra Juventus e Inter che vede vincere per 2-0 i padroni di casa che si riprendendono così la vetta della classifica ai danni della Lazio ma per un solo punto e con lo scontro diretto perso. L’Inter scivola a meno 9, con una gara in meno, quella poi recuperata a vinta contro la Sampdoria alla ripresa delle danze post covid.
Alla ripresa del camppionato, però, un po’ tutte le squadre tranne Atalanta e Milan balbettano con la Juventus che approfitta di una Lazio irriconoscibile e di un’Inter altalenante che perde punti preziosi contro Sassuolo, Bologna e Verona e che le fanno perdere ufficialmente la possibilità di restare attaccata punto a punto contro la squadra di Sarri che nel contempo aveva perso contro il Milan e pareggiato contro Atalanta e Sassuolo.
Uno scudetto sudato
La Juventus ha vinto il suo nono scudetto consecutivo dopo i tre conquistati da Antonio Conte e il pokerissimo calato dall’ex tecnico Massimiliano Allegri con cinque titoli di fila. Il tricolore vinto da Sarri, però, è stato condizionato di certo nel bene e nel male, come per tutte le squadre, dallo stop forzato per la pandemia da coronavirus che ha spezzato di fatto in due tronconi la stagione.
Inter e soprattutto la Lazio di Simone Inzaghi prima dello stop al calcio per la pandemia hanno dato filo da torcere alla Juventus che ha subito qualche battuta d’arresto di troppo rispetto agli anni passati e che non primeggia in Serie A né per quanto riguarda i gol realizzati né per quelli incassati. I bianconeri hanno vinto il titolo con, attualmente, il quarto miglior attacco del campionato dopo la straripante e irraggiungibile Atalanta di Gasperini e dietro anche all’Inter di Conte e alla Lazio di Simone Inzaghi.
Per quanto riguarda i gol subiti, invece, i bianconeri ne hanno incassati 38 una in meno della Lazio in 36 giornate: entrambe però sono dietro all'Inter che di reti ne ha subite "solo" 36 in altrettante giornate di campionato. Era dal 2010-2011, anno in cui la Juventus arrivò settima e dove incassò 47 reti, che i bianconeri non subivano più di 30 reti in campionato e questo ha un po' fatto storcere il naso ai tifosi da sempre o quasi abituati ad aver la miglior difesa del torneo.
Screzi e disappunti
Nel corso della stagione Sarri ha dovuto affrontare alcuni diverbi con i big della Juventus a partire dal più “importante” di tutti: CR7. Il portoghese ha mal digerito due cambi consecutivi tra novembre e dicembre e non le ha di certo mandate a dire al tecnico che ha però tenuto botta dimostrando di avere pienamente in mano lo spogliatoio. Eppure il malumore di CR7 in quel periodo avrebbe potuto mandare in crisi chiunque ma non Sarri che ha tenuto la sua linea non guardando al singolo ma al gruppo nella sua totalità.
Stesso discorso con il figliol prodigo Gonzalo Higuain ma qui è stato lo stesso Sarri ad ammettere di litigare spesso con il Pipita in un rapporto amore e odio come tra un padre e un figlio. Gli ultimi screzi, o presunti tali con Dybala e Miralem Pjanic, smentiti categoricamente da Sarri, non hanno fatto altro che stimolare l’ambiente bianconero che ancora una volta si è dimostrato il più coeso e continuo dell’intera Serie A.
Episodi arbitrali
Molto spesso, negli anni passati soprattutto, la Juventus è stata attaccata e criticata per alcuni presunti favori arbitrali ma quest’anno è più o meno filato tutto liscio come l’olio, o quasi. L’episodio forse più eclatante fu la sfida contro la Fiorentina che a fine gara si lamentò per i due rigori concessi ai bianconeri che vinsero però nettamente e meritatamente pe 3-0 lo scorso 2 febbraio. “La Juventus non ha bisogno di questi regali”, il commento a caldo del presidente Rocco Commisso che furono poi commentate da Pavel Nedved e che scatenarono nuovamente il numero uno viola contro il ceco vice presidente del club bianconero.
Oltre a questo episodio la Juventus avrebbe "tratto vantaggio" da altre cinque situazioni oltre a quella sopracitata. Si parte contro il Bologna all'ottava giornata Pjanic segna il gol del 2-1 con l'azione però viziata da un fallo dello stesso centrocampista bosniaco. In Juventus-Genoa, decima giornata, terminata 2-1 per i bianconeri l'arbitro non espelle Rugani per un fallo da ultimo uomo ma espelle Cassata per una piccolezza lasciando in dieci i rossoblù.
Forse l'episodio più controverso avviene alla 13esima giornata nel match Atalanta-Juventus terminato 1-3. Sul punteggio di 1-1 l'arbitro non concede il rigore ai nerazzurri per il fallo di mano di Emre Can e poi non annulla la rete del 2-1 bianconero per un fallo di mano di Cuadrado in avvio di azione. Nella giornata successiva Matthijs de Ligt commette fallo su Duncan del Sassuolo ma per il direttore di gara quell'intervento non è sanzionabile con un rigore.
Sicuramente il Var ha aiutato molto gli arbitri a diminuire gli errori con la Vecchia Signora che non ha di certo vinto il tricolore grazie agli aiuti arbitrali. Per quanto concerne i calci di rigore la Juventus ha finora con un saldo di 13 rigori a favore e 11 contro. Lazio, Inter e Atalanta, dirette rivali dei bianconeri hanno avuto un saldo nettamente maggiore con i biancocelesti con 16 rigori a favore e solo 7 contro, 11 a favore dei nerazzurri e solo quattro contro, 9 a favore e 6 contro per i nerazzurri di Bergamo.
Una carriera in salita
Sarri è forse l’allenatore che ha fatto più gavetta in assoluto allenando in tutte, ma proprio tutte, le categorie: dalla terza fino ad arrivare alla Serie A. Otto le promozioni ottenute in carriera, cinque quelle più rilevanti ottenuti dalla Promozione alla categoria superiore e raggiunte con Antella, da Promozione a Eccellenza, Sansovino da Eccellenza a Serie D e dai Dilettanti alla Serie C, dalla Sangiovannese dalla C2 alla C1, e con l’Empoli dalla B alla Serie A.
“Mi girano i c... quando mi dicono che non ho ancora vinto nulla in Italia. Ho conquistato tante promozioni in carriera e capisco che per alcuni sia poco per chi è abituato a parlare di Champions League e scudetti, ma il mio è stato un percorso difficile”, questo il commento di Sarri alla vigilia della finale di Coppa Italia lo scorso 16 giugno poi persa contro il Napoli di Gattuso.
Nella passata stagione Sarri ha vinto un’importantissima Europa League con il Chelsea ma il titolo conquistato quest’anno ha un sapore particolare perché è il primo scudetto per il tecnico toscano che dopo anni di gavetta sta finalmente raccogliendo i frutti del lavoro fatto. La Champions League resta però l’altro grande obiettivo stagionale dei bianconeri e di Sarrie se dovesse realmente arrivare alla vittoria rimarrebbe nella storia del club di Corso Galileo Ferraris che non vince quella tanto agognata coppa dal 1996 e dopo tanti finali perse è giunto il momento di tornare a fare la voce grossa in Europa e non solo più in Italia.
Conferma e bel gioco
Sarri è stato confermato da Fabio Paratici sulla panchina della Juventus a prescindere da quale sarà il risultato in Champions League, anche se tutti si augurano che la squadra possa arrivare fino in fondo alla competizione. Nella prossima stagione si potrà, e dovrà, vedere qualcosa di più sotto il profilo del gioco se non altro perché con ogni probabilità arriveranno a Torino alcuni calciatori richiesti proprio dal tecnico toscano e più adatti a sviluppare la sua idea di calcio.
Dopo Arthur dal Barcellona, espressamente richiesto dal tecnico, la Juventus ha nel mirino giocatori del calibro di Arkadiusz Milik, Duvan Zapata, Sandro Tonali, Jorginho, Emerson Palmieri e altri che più si confanno al gioco dell’ex di Empoli, Napoli e Chelsea
che dopo essersi tolto l’etichetta di colui che non ha mai vinto niente in Italia ha voglia di prendersi tutto in Italia e in Europa con la Juventus uno dei club più importanti e prestigiosi in Europa e nel mondo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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