Caos sponsorizzazioni "La Gimondi, Bugno... e gli errori che non rifarei"

Parla il n°1 Federbici dopo l'invito di Malagò a chiarire sul verbale cambiato e le provvigioni per lavori non fatti

Caos sponsorizzazioni "La Gimondi, Bugno... e gli errori che non rifarei"

L'apparenza inganna dalle parti dello stadio Olimpico, dove regna la pace, nonostante il cielo minacci pioggia. Da giorni il presidente Cordiano Dagnoni è in mezzo alla tempesta per i 106.000 euro di provvigioni che dovevano essere liquidati a una società irlandese per pagare alcune mediazioni. A côté c'è anche la questione legata a Norma Gimondi, vice-presidente dimissionaria, figlia di cotanto padre, che sarebbe stata aggredita verbalmente da un consigliere federale e di cui oltre al caso provvigioni si sta occupando da giorni La Gazzetta dello Sport.

Per la cronaca la vicenda parte il 4 agosto scorso: ai consiglieri federali viene inviato per approvazione il verbale del 18 giugno dove compare come d'incanto il punto 3.6 mai discusso in Consiglio e che prevede un contratto di procacciamento di sponsor con la società irlandese Reiwa Management Limited e una provvigione da corrispondere di 106 mila euro. Il vice-presidente Norma Gimondi si avvede di questo inserimento e chiede spiegazioni nel consiglio federale del 27 agosto, nel quale viene aspramente criticata dal consigliere Gianantonio Crisafulli. La Gimondi si dimette. La Federciclismo si trincera dietro ad un silenzio assordante, fin quando l'altra sera (alle 21.30, ndr), dirama un comunicato nel quale si parla di «errore di un funzionario» nel redigere il verbale del 18 giugno e nel quale «erroneamente inseriva il nominativo della Reiwa come soggetto al quale erogare le provvigioni di sponsorizzazione». Infine, fa anche quattro nomi di persone ai quali sarebbero dovute andare le provvigioni in questione. Nel frattempo, il numero uno dello sport italiano Giovanni Malagò invita Dagnoni a chiarire. Il Giornale viene invitato a Roma e in questo clima e con queste premesse, ci troviamo al cospetto del presidente della Federazione e del Segretario Generale Marcello Tolu.

Presidente, perché non parlare prima?

«Perché di fatto non c'era niente da spiegare, ma noi abbiamo sempre voluto condividere tutto con il Consiglio e di conseguenza dopo quello celebrato il 6 agosto scorso, tutto doveva restare con un nulla di fatto, dandoci appuntamento a dopo le vacanze. Ci siamo trovati il 27 e in quell'occasione abbiamo chiarito che nulla era stato fatto e nessun accordo era stato preso con alcuna società».

Certo, adesso, ma il 18 agosto, quando scoppia il caso sollevato da un sito specializzato (ciclismoweb.net, ndr), si poteva dire immediatamente che con quella società irlandese non c'era nulla in essere.

«Io in quel momento non avevo avuto modo di confrontarmi con nessuno visto che eravamo in piene vacanze estive e con gli Europei di Monaco di Baviera in pieno svolgimento».

Il 23 agosto arrivano le smentite della Enervit Spa. La stessa Reiwa dice di non avere intese con voi e, infine, la stessa Federciclismo conferma che nulla è stato siglato. Piccolo particolare: il giorno dopo al Corriere della Sera, lei dice testualmente: «In realtà lo sponsor TCI mi è stato presentato da un amico. Invece di dare la provvigione direttamente a lui, ho chiesto alla Reiwa di produrre fattura unica a noi e di distribuire i soldi ai procacciatori...» Insomma, prima dice che la Reiwa non c'entrava nulla e poi la richiama in causa.

«Era un modo per far capire cosa avremmo voluto fare, ma che non è mai stato fatto. Lo ammetto: in questo periodo ci può essere stato un lassismo comunicativo».

Gianni Bugno ha sostenuto che è stato lui a suggerire all'onorevole Librandi (proprietario della TCI, ndr) la sponsorizzazione alla nazionale. Lei ha sostenuto invece a più riprese che Bugno, con Librandi, non c'entrava nulla, perché l'altro ieri ha convocato nei suoi uffici il due volte campione del mondo? Perché gli ha offerto le provvigioni per una cosa del quale non si sarebbe occupato?

«Questo lo dice lei! Ho visto Gianni per dirgli che la verità è una sola. Gianni Monti il mio intermediario - viene a trovarmi e mi dice: Beppe Sala è candidato a Milano e Gianfranco Librandi vuole dargli una mano, ma gli piacerebbe uno sportivo da inserire in squadra. Io gli suggerisco Bugno, che da sempre è di quell'area. Chiamo Gianni (Bugno, ndr) e gli chiedo se gli può interessare e lui mi dà il suo assenso. Si conoscono e inizia la campagna elettorale. Dopo di che Gianni sapendo che Librandi è appassionato di ciclismo e che gli piacerebbe fare qualcosa nel nostro mondo, gli consiglia di farlo con la Federciclismo. Questo è quanto».

Bene, ma perché allora corrispondere le provvigioni al signor Monti, quando l'accordo lo fa Bugno?

«Perché su questo progetto ci hanno lavorato entrambi, anche se adesso, nonostante rivendichi di aver tirato una bella volata, Gianni per principio non vuole più niente».

Bè, non è stato nemmeno invitato alla conferenza stampa...

«Di questo mi sono scusato personalmente».

È cosciente del fatto che in tutta questa vicenda ci sono stati tanti pasticci?

«Si, nì, fino ad un certo punto. Le dico sinceramente che mi risulta difficile continuare a dover dare spiegazioni di qualche technicality che sono all'interno del nostro consiglio. Quando si dice: i tesserati devono sapere... ma questo è un discorso commerciale e non capisco che spiegazioni devo dare».

Ma la Federazione ciclistica non è cosa sua.

«Se mi sta accusando di non essere stato tempestivo, le posso dare ragione, ma nel caso specifico siamo tranquilli perché noi come Federazione siamo trasparenti come pochi».

Però, oltre a questa magagna fiscale-amministrativa, ce n'è una di genere. Norma Gimondi, che ha sollevato il problema, è stata apostrofata come ignorante da un consigliere federale.

«Ho letto che è stata aggredita e non è così. Basta rivedere il video: non c'è nulla di sessista o di discriminatorio».

Quale è il suo stato d'animo in questo momento?

«Di grande sconforto».

Quando pensa di incontrare il presidente Malagò?

«L'ho sentito e mi fa piacere che nelle sue dichiarazioni abbia confermato quale sia lo stato di salute della nostra Federazione dal punto di vista dei conti, della gestione e dei risultati. In ogni caso il 15 avrò il consiglio nazionale del Coni e lì ci vedremo sicuramente. In quell'occasione spero di poter incontrare anche Norma Gimondi».

Hanno chiesto anche le sue dimissioni: ci pensa?

«E perché mai? Chi chiede queste cose non ha la minima idea di cosa voglia dire dirigere una Federazione. Queste persone un giorno dovranno chiedermi scusa».

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