Fabio Capello non è mai banale quando parla e anche questa volta ha fatto una disamina lucida e serena sul calcio italiano e soprattutto sulla Juventus. L'ex allenatore di Roma, Real Madrid e Milan ha commentato così la debacle bianconera contro il Chelsea campione d'Europa di Thomas Tuchel: "È stata una vera lezione, una lezione di calcio. Vediamo il Liverpool, sempre in verticale e in velocità, aggredendo e recuperando palloni. Abbiamo visto il Chelsea, pressare allo stesso modo. Mi fa pensare che sto parlando di due allenatori tedeschi". Con questa sconfitta la Juventus ha di fatto compromesso il primo posto nel girone dato che ora dovrà battere il Malmo all'ultima giornata sperando però che il Chelsea non faccia lo stesso con lo Zenit San Pietroburgo: il secondo posto renderà sicuramente meno agevole il sorteggio con possibilità di incontrare squadre del calibro di Bayern Monaco, Liverpool e Manchester City solo per citarne alcune, o anche il Manchester United dell'ex Cristiano Ronaldo.
La critica al calcio italiano
Capello è poi entrato nello specifico parlando di mentalità: "Forse dobbiamo imparare a giocare un calcio più tonico e più aggressivo. Se l’allenamento per questa partita è stata la partita con la Lazio, la Juve si è allenata lentamente. Se sei abituato a ricevere la palla e non essere pressato, è un ritmo blando che poi in Champions non trovi". L'attuale opinionista di Sky ha poi continuato nella sua disamina: "Quando c’è ritmo, c’è agonismo. Non vieni fermato per una spintarella e quindi devi ripartire. Questo giocare un calcio così lento ti porta a fare queste prestazioni. La Juve ha corso, ha cercato di fare le cose al meglio, ma arrivava sempre dopo, sempre anticipata dai giocatori del Chelsea. Non c’era velocità di palla e non sono riusciti a fare tre passaggi di fila".
Don Fabio ha anche trovato il tempo per pungere gli arbitri italiani, "colpevoli" a suo dire di spezzettare troppo il gioco fischiando una quantità eccessiva di falli, cosa che non avviene in Europa: "Tiro in ballo anche gli arbitri: qui in Champions si corre, si entra duro, in
Italia non esiste più questo calcio. Se non impariamo a giocare in modo diverso avremo delle difficoltà. Se sei sempre con l’uomo attaccato perché ti viene addosso e l’arbitro lascia andare avanti, fai queste figure".
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