"Circo bianco? Macché, lo sci è un porno circo"

La pluricampionessa Maria Riesch pubblica "Sempre dritto". Retroscena piccanti di Coppa del mondo raccontati da chi sa

"Circo bianco? Macché, lo sci è un porno circo"

La chiamavano bocca di «catena da neve» per quell'apparecchio ortodontico che molti sfoggiano alla sua età, ma lei, promessa dello sci teutonico, non ha mai gradito il perfido epiteto. Ed ora che è una campionessa plurimedagliata ha finito per trasformarsi in una Bocca di rosa almeno nella pruderie letteraria. A pochi giorni dall'apertura di stagione della coppa del mondo di sci alpino ad irrompere sulla scena sono le confidenze in salsa piccante con cui Maria Hoefl Riesch, classe 1984, ha condito la sua autobiografia. La poderosa valchiria di Partenkirchen ha dedicato un corposo capitolo della sua prima fatica letteraria a quello che lei stessa ha definito Porno Zirkus. La traduzione pare superflua, accoppiandosi perfettamente con il titolo del libro, Geradeaus, quello sì, da tradurre. «Sempre dritto» e non fraintendete: si parla di traiettorie. A scapito dei toccanti passaggi sull'infanzia bavarese fra i castelli di Ludwig e sulla durezza della vita da campione, il capitolo più letto è quello dove Maria ha profuso il peggio dei luoghi comuni su gossip e liason caserecce ancorché pericolose. Forse pensava di stupire l'algido pubblico teutonico. O forse, più semplicemente, sperava di vendere qualche copia in più (il libro in Germania è edito da Malik, 19,50 euro) magari cancellando il clichè di campionessa polivalente ma digiuna di simpatia.

Come eroina boccaccesca la Riesch non convince così come il suo libro non sembra destinato a diventare il caso editoriale dell'anno. Indubbiamente ci sono tutte le sfumature di grigio, pardon di bianco, che la sua fantasia nibelunga ha potuto concepire. E ci saranno forse anche dettagli su quanti «colpi di spazzola» - per evocare un altro pruriginoso best seller nostrano - servano sotto al casco, ma (s)parlare senza fare nomi ha lasciato i più a bocca asciutta e alcuni sollevati. I corridoi degli hotel come porti di mare, camere singole «dove non si dorme soli», allenatori, massaggiatori, cornuti e mazziati. C'è di tutto nell'hard core di Maria. Tranne i nomi. Anzi uno c'è: è l'hotel Chateau Lake Louise sulle sponde del gelido lago canadese. Fiamma crepitante nella hall, fuoco vivo nel saloon dove «si combina».

Ma questa Sodoma e Gomorra dell'Alberta ha deluso gli stessi, presunti, protagonisti. Caustico il commento della coppia più bella del circo bianco-porno: «Le storielle? Ci sono in ogni ambiente sul lavoro!» hanno chiarito Benni Raich e Marlies Schild. Quasi abbacchiato l'ex rubacuori Aksel Lund Svindal: «La realtà è ahimé molto meno vivace». E allora nasce il dubbio che dietro agli scoop di Maria ci sia l'invidia per la sua eterna rivale Lindsay Kildow Vonn di nuovo Kildow. Lei vince di più, piace di più e non a caso anni fa fece un remake di basic instinct ed ora fa pure «outing» dichiarando di voler correre con i maschi, non avendo più stimoli sulle piste «da femmina» dove Maria invece deve ancora sgobbare.

O forse è tutta farina del marito, quel «Signor Riesch» guru germanico del marketing sportivo che potrebbe averle suggerito la strategia editoriale. Anche se, a ben guardare, da quando i due sono sposati, Herr Hoefl non la molla un attimo. Nel caso la fantasia superasse la realtà.

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