A che gioco giochiamo? Ce lo dovrebbero spiegare questi ragazzi: malati o solo stupidamente arroganti. Ma forse non basterà. Dovrebbero spiegarcelo anche i club che studiano tutti i giocatori del mondo e non sanno studiare le cattive abitudini dei tesserati. Il mondo calcio non è un mondo marcio ma spesso tende a marcire. Le scommesse sono il pane di tutte le malattie. Abbiamo vissuto e convissuto con il calcio scommesse, gente imbrogliona, calciatori truffaldini e truffatori. Che poi il tifo li abbia riabilitati è altra storia. Però quelle storie ci hanno spinto a diffidare: non è tutto calcio quello che luce. Ed ora ci ritroviamo con la nouvelle vague: scommesse per vizio, scommesse per gusto, scommesse per qualche soldo in più ad arricchire portafogli già milionari. Scommesse per passare il tempo, magari mentre sei in panchina e la squadra in campo. Si dice: ragazzi malati. La ludopatia è un dramma prima ancora che un vizio. Oggi potremmo dire: speriamo siano malati e sarebbe desolante più che consolante. Sperare nella malattia per non credere di avere davanti giovinastri milionari stupidamente convinti di stare al di sopra di ogni legge. La legge del pallone è chiara: non accetta deviazioni su scommesse del proprio sport. Purtroppo parliamo di ragazzi giovani, nemmeno di scafati navigatori ormai pensionabili.
Gente che si butta via. Nel caso siano malati, armiamoci di compassione. Ma nessuna compassione verso chi sapeva. O verso chi si è girato da altra parte. Malati, o stupidamente colpevoli, andavano tenuti d'occhio, salvaguardati o denunciati.
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