Dea, 6 bellissima. Seconda per una notte

Dominio e gol a raffica nel derby del Covid col Brescia. Tripletta Pasalic

Dea, 6 bellissima. Seconda per una notte

Una partita dai mille significati, non solo sportivi, ma, prima di tutto, umani e sociali. Perché, per una volta, Atalanta-Brescia è andata ben oltre la rivalità calcistica e non ha diviso, ma unito due città, legate indissolubilmente tra loro dalla tragedia del coronavirus.

Come da pronostico, ha vinto agilmente la squadra di Gasperini, ora da sola al secondo posto momentaneo. La Dea, di un'altra categoria rispetto ai cugini, ha messo il turbo fin dall'inizio e ha segnato quattro gol nella prima mezz'ora, arrotondando poi nella ripresa e toccando così incredibilmente quota 93 reti in 32 partite di campionato. Tra i nerazzurri, nota di merito per Pasalic, autore di una tripletta, e Malinovskyi, che finalmente sta dimostrando il suo enorme talento. Alla festa del gol, però, non ha potuto partecipare Muriel, che ieri è caduto accidentalmente riportando un trauma cranico con ferita lacero-contusa, ma per fortuna la tac ha dato esito negativo. «Sto bene, sono a casa. Non è successo niente di grave» ha scritto sui social e poi si è presentato allo stadio per tifare i suoi compagni.

Per il Brescia, invece, la retrocessione è sempre più vicina. Manca ancora l'aritmetica, ma la sensazione è che i ragazzi di Lopez (in gol grazie agli errori di Caldara e Tameze) non sembrino in grado di poter raggiungere una salvezza che a questo punto avrebbe del miracoloso.

Ma come detto, questo è stato il derby tra due squadre che hanno vissuto da vicino il dramma della pandemia, con i loro tifosi che, pur lottando assieme per rialzarsi, sono ancora scossi da questi mesi tremendi. Proprio per questo, ieri a Brescia alcuni supporter locali hanno protestato con uno striscione contro la ripresa del campionato, ritenuta irrispettosa verso le vittime. Il messaggio, indirizzato alla Lega, recitava: «Due città ancora in lutto, ma per ripartire avete fatto di tutto... Migliaia di morti... tanto dolore...

in campo per un calcio senza valori!» e, oltre la scritta, il disegno di un giocatore con un pallone bucato e il simbolo del dollaro invece del numero di maglia e di due camion militari, gli stessi con cui sono stati trasportati i morti da Bergamo alle altre province per la cremazione.

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