Signora di Coppa

Con la Dea la Juve torna killer e super Vlahovic le regala il trofeo. Furia Max re di coppe (5). Scontri fra ultrà in autostrada

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A sorpresa la Juventus. Contro ogni pronostico la squadra di Massimiliano Allegri, che finisce espulso stracciandosi le vesti, vince la coppa Italia battendo la favorita Atalanta, in fondo a una stagione a due facce. L'illusione fino a gennaio di poter contendere all'Inter lo scudetto, un girone di ritorno da media retrocessione. Eppure i bianconeri con un sussulto davanti a John Elkann tolgono lo zero dalla casella trofei vinti nel triennio di Allegri, comunque destinato a concludersi per fare posto a Thiago Motta. Impossibile possa bastare a salvarlo una coppa Italia che lo fa diventare l'allenatore più vincente della competizione (cinque successi), staccati Eriksson e Mancini. Resta al palo Gian Piero Gasperini (terza finale persa) con la sua Atalanta deludente e delusa. Impossibile non esserlo dopo la cavalcata entusiasmante degli ultimi due mesi che l'ha portata praticamente in Champions e alla finale di Dublino in Europa League. Difficile che possa esserci stato un errore di sottovalutazione, ma sicuramente una lezione di cui dovrà fare tesoro per non fare la stessa fine anche contro il Bayer Leverkusen. Dunque nessuna rivincita per il Gasp, per la sua Atalanta simbolo di meritocrazia dopo anni di frecciate ad Andrea Agnelli e alla sua frase infelice sulla Dea tra le grandi d'Europa. Per ora restano i riconoscimenti sul gioco, sul progetto ma non il sigillo di una grande vittoria, sperando che la notte di Dublino possa colmare questa lacuna lunga sessantuno anni.

Dopo aver steso un velo pietoso sugli incidenti in autostrada tra i tifosi delle due squadre e aver archiviato la stecca di Al Bano nell'inno di Mameli, si rompe subito l'equilibrio. La Juve si veste da Atalanta per un tempo uscendo dai blocchi aggressiva come mai nel 2024. E al quarto minuto Vlahovic la porta avanti bucando la linea alta della difesa di Gasperini e Hien. Delle due l'una: la lotta scudetto evaporata in fretta ha tolto motivazioni oppure c'è chi è andato in ordine sparso. Nicolussi Caviglia dimostra ad Allegri che c'era un'alternativa al Locatelli spolpato (ieri squalificato); e il tecnico un giorno spiegherà anche perché Kostic a ogni costo dimenticando Iling Jr. L'Atalanta sorpresa con le sue stesse armi, subisce il colpo e fatica a riorganizzarsi. L'assenza dello Scamacca devastante dell'ultimo periodo spiega, ma non del tutto, la controfigura della squadra ammirata negli ultimi due mesi, da Liverpool in avanti. Lookman gira a vuoto, De Ketelaere è quello del Milan e finisce fuori dopo un tempo. Dentro Touré, altra Atalanta anche se Hien spinge energicamente Vlahovic che reclama il rigore. Quando scade l'ora, tripla mossa di Gasp mentre Allegri toglie Nicolussi Caviglia e poi Chiesa.

Il Var nega il raddoppio a Vlahovic e Il primo vero tiro dell'Atalanta arriva all'80': Lookman scheggia il palo esterno, mentre Miretti centra la traversa. Poi finisce con l'Allegri furioso che scatena la gioia della Juventus e allontana Giuntoli. Max vince di corto muso. Non poteva che finire così.

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