Fresco di miglior prestazione stagionale con 27 punti messi a referto nella vittoria dei suoi Denver Nuggets contro Portland (132 a 120 il risultato finale in favore di Denver), Danilo Gallinari si aspettava comunque un inizio migliore di stagione. Il Gallo racconta la sua ottava stagione in Nba, passando da qualche sconfitta di troppo ai prossimi impegni con la nazionale italiana che nel 2017 proverà a concentrarsi sugli europei della prossima estate.
«Siamo partiti male ma abbiamo ancora tempo per recuperare. Il talento non ci manca, certo dovremmo avere qualche vittoria in più ma dobbiamo trovare la continuità dei risultati».
Che cosa manca veramente a questo gruppo?
«Un paio di successi per poter guardare la classifica da dove siamo sempre stati abituati a guardarla nelle ultime stagioni. Ripeto, per chi la vive da dentro, questa situazione non è delle migliori, ma bisogna guardare avanti e cercare di migliorare serata dopo serata».
Lo sa che in tanti pensano che lei potrebbe fare le valige e magari spostarsi altrove?
«Dove? Mi piacerebbe saperlo. Io a Denver sto bene, poi come ogni singolo giocatore di questo mondo mi piace vincere e competere ma penso che la Nba prima di tutto è un business che ruota attorno al circo della pallacanestro: oggi sei qui e il mattino dopo ti trovi da qualche altra parte».
Lei è pronto a partire?
«Sono pronto ad affrontare una situazione del genere come mi è già capitato in passato, ma ripeto sto bene a Denver e per adesso non ci penso proprio».
Messina l'ha definita uomo franchigia. Lei se lo sente questo peso sulle spalle?
«Mi fa piacere, nelle ultime stagioni, tra infortuni e non infortuni, ne abbiamo passate di cotte e di crude assieme e chiaramente in questo momento io voglio contra cambiare la fiducia che è stata riposta nel mio ruolo e cercare di far grande questa squadra».
Parliamo di nazionale: Belinelli ha detto si volta pagina e ricominciamo dagli Europei, lei che ne pensa?
«Dico che ha detto una cosa giusta, oramai quello che è successo appartiene al passato, ora avanti con gli Europei».
Che tipo di Italia ci dobbiamo aspettare la prossima estate?
«Competitiva ma sarà sicuramente dura. Non lo dico nell'ottica di chi vuole mettere le mani avanti, quanto con l'idea di chi è consapevole che questa nazionale in passato ha sempre fatto fatica per passare i quarti di finale e di conseguenza la vedo tutta in salita».
Agli occhi di tanti questo è il ciclo più forte del basket italiano, lei non è d'accordo?
«Non sono tanto d'accordo ma di sicuro daremo e faremo il massimo per poter arrivare il più lontano possibile e ci credo veramente».
Ultima domanda: il caso Gentile (Addio a Milano e prestito al Panathinaikos in Grecia, ndr). Che si sente di dire?
«Non so esattamente che cosa sia accaduto, quindi da esterno ai fatti auguro ad Alessandro un futuro all'altezza del giocatore che è sempre stato. Spero di vederlo qui in America ben presto».
Secondo lei Gentile è pronto per il salto nella Nba?
«Si, a tutti gli effetti».
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