Diversi eppure così uguali. Lo "splendido perdente" Klopp sfida la sorpresa Pochettino

Il tedesco del Liverpool ko in sei finali consecutive L'argentino vuole portare nella storia il Tottenham

Diversi eppure così uguali. Lo "splendido perdente" Klopp sfida la sorpresa Pochettino

Londra Il 17 ottobre 2015 Jurgen Klopp debuttava come nuovo allenatore del Liverpool a White Hart Lane. Sulla panchina del Tottenham, da ormai più di un anno, sedeva Mauricio Pochettino. Questa sera i due si affronteranno per la decima volta, senza dubbio il confronto più prestigioso. Due tra i migliori tecnici in circolazione, così diversi ma così uguali. Che non hanno (ancora) vinto tanto, eppure sono ammirati ovunque. Le loro squadre esprimono entusiasmo e volontà di dominio, senza alibi né giustificazioni di comodo. Alla finale di Madrid sono arrivati attraverso percorsi simili. Se il Liverpool ha strappato la qualificazione agli ottavi battendo il Napoli all'ultima giornata di dicembre, il Tottenham ha prevalso sull'Inter nella fase a gironi solo in virtù dei gol in trasferta. Ma soprattutto entrambe le finaliste sono state assolute protagoniste di strepitose rimonte in semifinale. «L'unica cosa che cambierei della Champions sarebbe trasformare la semifinale in finale», ha scherzato ieri Klopp, con riferimento alla notte dei miracoli di Anfield, il clamoroso poker calato al Barcellona. Che non cancella, però, il pessimo record del tedesco nelle finali disputate: sei sconfitte di fila dopo l'unico squillo, la Coppa di Germania con il Dortmund nel 2012. «Cosa ho imparato da queste sconfitte? Assolutamente nulla. Se qualcuno pensa che sia io il responsabile, beh allora siamo messi male». Accetta Klopp l'etichetta di splendido perdente, e con la sua tipica esuberanza dissimula la tensione. «La mia carriera finora non è stata certamente sfortunata. Credo di detenere il record di semifinali vinte. Potrei scriverci un libro, ma non lo comprerebbe nessuno...».

Se i Reds si sono acclimatati al caldo umido di Madrid trascorrendo una settimana a Marbella, Pochettino ha preferito restare a Londra. Dove ha recuperato Harry Kane, titolare dopo quasi due mesi dall'infortunio alla caviglia. Ci sarà anche Lucas Moura, eroe coi suoi tre gol della rimonta di Amsterdam gol. Il brasiliano è stato l'ultimo acquisto degli Spurs, ormai 18 mesi fa. Non come il Liverpool che l'estate scorsa ha speso una fortuna per rimpiazzare il disastroso Loris Karius, colpevole della sconfitta di Kiev contro il Real Madrid, con l'ex Roma Alisson. Un'altra differenza tra questi tecnici, divisi anche dal futuro che li attende: Klopp sta già discutendo l'estensione dell'attuale contratto che scade nel 2022, Pochettino negli ultimi giorni è apparso insolitamente vago, evitando promesse di circostanza.

Non è un mistero l'interessamento della Juventus, anche se alla fine difficilmente se ne andrà. Neppure se riuscisse a regalare il primo alloro continentale agli Spurs, mai così in alto in Europa. Dove il Liverpool, viceversa, è stato re già cinque volte. Ed anche per questo, è il favorito dei bookmakers.

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