Nicky Hayden è morto dopo 5 giorni di coma all'ospedale Bufalini di Cesena, distrutta dal dolore la famiglia ha espresso l'ultimo volere del pilota: donare gli organi.
Questa decisione - spiega l'avvocato della famiglia - è maturata quando le gravissime condizioni di Nicky erano tali da togliere ogni speranza di sopravvivenza. Così i familiari, rispettando le volontà dello stesso pilota, "era un suo desiderio", hanno acconsentito all'espianto degli organi per la donazione.
"Grazie a Nicky Hayden - dice il direttore del Centro Nazionale Trapianti - per aver scelto di donare i propri organi. Il sì alla donazione, espresso in vita dal campione ci consente di trasformare un momento di gradissimo dolore, quale la fine di una vita, in una occasione di speranza per altre persone".
Il direttore del Centro Nazionale Trapianti, dopo aver annunciato le decisioni della famiglia di Hayden, ha aggiunto: "In questi ultimi giorni si è parlato molto delle sue qualità di sportivo, ma questa scelta ci parla delle sue qualità umane e completa il ritratto di un giovane uomo davvero straordinario. Domenica prossima si celebra la giornata nazionale della donazione, ricorderemo Hayden insieme a tutti i donatori e alle loro famiglie che con il loro sì ci consentono di curare i pazienti in attesa".
Intanto, la Procura di Rimini ha rilasciato questa mattina il nulla osta per restituire la salma ai parenti più stretti e consentire loro il trasporto negli Usa. Nonostante il dolore e la sofferenza, la famiglia di Nicky Hayden ha voluto ringraziare tutti per l'affetto e il sostegno ricevuto in queste ore durissime.
Così, in una nota diffusa dal Red Bull Honda Superbike Team, Tommy Hayden (l'altro fratello del campione scomparso, ndr) ha avuto parole di ringraziamento per quanti hanno prestato soccorso, aiuto e soprattuto per i medici e il personale che si sono occupati di Nicky ricoverato in gravissime condizioni.
"Anche se questo è ovviamente un momento triste - si legge - vorremmo ricordare a tutti il Nicky più felice, quello in sella a una moto. Sognava sin da bambino di essere un pilota professionista e non solo ci è riuscito, ha anche raggiunto l'apice del suo sport preferito diventando campione del mondo. Siamo tutti orgogliosi di questo".
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