Argentina per conquistare la critica, Nigeria per conquistare gli Ottavi. La sfida dell'Estádio Beira-Rio di Porto Alegre, valida per la terza giornata del gruppo F, infatti, contiene più di uno spunto d'interesse e non solo legati alla semplice classifica. Se da un lato l'Argentina a 6 punti e +2 come differenza reti può considerarsi sostanzialmente non solo qualificata, ma anche vincente del suo raggruppamento, la Nigeria a 4, in caso di vittoria dell'Iran nell'altro match, contro l'eliminata Bosnia, rischierebbe l'uscita immediata. Interesse di classifica per le Super Aquile, ma anche necessità per l'Albiceleste di rispondere con una prova convincente alle tante critiche e all'accusa proveniente da più parti, considerata legittima dallo stesso Sabella, di un'Argentina troppo Messi dipendente. Favorita sul campo e anche dalle statistiche la formazione di Messi, con ben 4 vittorie nei 6 precedenti, di cui 3 ai Mondiali sempre per un solo goal di scarto. Due a uno nel girone iniziale ad Usa 94' con doppietta di Caniggia e, sempre nella prima fase, doppio 1-0 ai Mondiali nippo-coreani e in quelli sud-africani con reti rispettivamente di Batisuta ed Heinze. Precedente più recente, invece, quello del 2011 con vittoria per i Sudamericani nel 2011 per 3-1, autori delle reti Higuain, Di Maria, stasera in campo, Obasi e un’autorete di Echejile.
Sempre del 2011 l'unico successo africano grazie allo squillante 4-1, merito della doppietta di Uche, il penalty di Obinna e quella di Emenike, con rete della bandiera albiceleste per merito dell'ex genoano Boselli. Chiave del match sembra essere l'attacco argentino contro la difesa nigeriana. Africani che negli 8 incontri di qualificazione hanno incassato solo 4 reti, mantenendo la propria imbattibilità anche in Brasile; mentre squadra di Sabella protagonista di 35 reti nelle 16 gare di qualificazione, con Messi secondo marcatore del raggruppamento sud-americano e Higuain terzo a 9 realizzazioni. Vocazione offensiva che, nonostante le tante critiche, è proseguita anche al Mondiale con 4 reti in 2 gare. Ct che non si dannano l'anima con le formazioni, confermando entrambi gli 11 dell'ultimo incontro. Nell'Argentina solita difesa con tra i pali l'ex doriano Romero, dietro Zabaleta, Garay, il napoletano Fernandez e Rojo; in mezzo pallino del gioco affidato a Mascherano, Gago e Di Maria e, davanti, terzetto Higuain, Messi e Aguero. Per Keshi confermatissimo Enyeama, uno dei portieri più continui della Ligue 1, protetto da Ambrose esterno del Celtic, i due Premier Yobo e Emeruo impegnati con Norwich e Middlesbrough e solita linea mediana con Obi Mikel e Onazi. Compito di guastatori per Musa, Odemwingie e Babatunde. In avanti, come sempre, tutto sulle spalle del bomber del Fenerbahce, Emenike . Match che parte con il turbo e dopo soli 2 minuti l'Argentina passa in vantaggio. Lancio straordinario di prima di Macherano per Di Maria, l'esterno dei Blancos coglie il palo, con il pallone che deviato dal portiere nigeriano rimbalza contro lo stesso Enyeama trovando un secondo montante per schizzare a centro area dove Messi è il più lesto ad insaccare. Un minuto e le Super Aquile trovano il pari: difesa argentina impreparata, pallone allargato per Musa al quale Zabaleta lascia troppo spazio, bravo l'esterno del Cska Mosca a rientrare e trovare l'angolino lontano. Partita in equilibrio ma sul taccuino solo occasioni per l'Albiceleste. Prima con una conclusione da fuori di Di Maria per la respinta dell'estremo africano, poi pallone filtrante per Higuain che aggira Eneyama, cogliendo solo l'esterno della rete, al 27' conclusione di Di Maria con Messi in leggero ritardo sulla sfera. Sempre l'esterno del Real alla mezz'ora con un'insidiosa staffilata da fuori obbliga il portiere delle Super Aqule alla difficile respinta. Intanto nell'assedio argentino non vi è traccia di un evanescente Aguero, costretto al 38' all'uscita per un fastidio muscolare, sostituito da Lavezzi.
Doppia punizione argentina per Messi nel finale e Albiceleste nuovamente in vantaggio. Sul primo calcio piazzato portiere africano sugli scudi a respingere; non sul secondo, con il pallone che lentamente, grazie ad una parabola perfetta, conclude la sua corsa nell'angolino. Nigeria sotto, ma la contemporanea vittoria bosniaca mette, per il momento al riparo al squadra di Keshi da grossi rischi. Squadre neppure rientrate in campo che la Nigeria trova il pareggio. Pallone da Musa per Emenike, bravissimo a restituirglirlo sulla corsa e l'avanti nigeriano, davanti a Romero, non sbaglia, siglando la seconda doppietta del match. Un minuto e, in una partita che non risparmia emozioni, nuovo vantaggio argentino. E' ancora Di Maria ad impegnare da fuori il portiere del Lille, corner e sulla battuta intervento di ginocchio di Roja per il 3-2. Tris Albiceleste e continua un avanti la formazione sud-americana con due palloni per il poker. Prima è Higuain ad essere chiuso dall'estremo africano, poi su bella avanzata di Rojo, Messi anticipa il difensore ma è costretto a chiudere fuori. 63' e standing ovation per Messi, sostituito dal Nerazzurro Ricky Alvarez. Uscita della "Pulce" e match che si addormenta immediatamente. L'unico a continuare a provarci è il solito Musa, prima con una conclusione alta, poi con la fotocopia della prima rete, ma questa volta sulla sua sterzata, Zabaleta chiude provvidenzialmente. Nepppure l'Argentina sta a guardare con occasioni pericolose per Lavezzi e Garay.
Non succede più molto per un match che, complice la vittoria bosniaca nell'altro incontro, vede i Nigeriani non dannarsi più di tanto l'anima e gli Argentini conservare un prezioso, lato psicologico, vantaggio. Argentina che vince, ma non convince. Per chi è solito a vedere il bicchiere mezzo pieno si tratta dalla terza affermazione in tre gare per una squadra di Sabella che non incanta ma continua a vincere e segnare; per chi, invece, più incline a vedere i difetti, è evidente come l'Argentina non si basi troppo su Messi, l'Argentina sia Messi. Banale sottolinearlo ma palese come le giocate del fuoriclasse blaugrana siano indispensabili per questa formazione, il cui destino sembra essere indissolubilmente legato allo stato di forma del proprio condottiero. Nigeria che se la gioca, paradossalmente, penando maggiormente nella sua maggiore certezza, quella difensiva. Troppe le occasioni lasciate ai pur fenomenali avanti argentini; bene, invece, la fase offensiva, in altre gare latitante, con un Musa realmente in palla.
Per i Nigeriani, campioni d'Africa in carica, stante le eliminazioni di Camerun e Costa d'Avorio, una nuova conferma come potenza del continente, essendo gli unici a trovare gli ottavi. Per la formazione di Keshi, probabilmente, meno qualità di Camerun e Costa d'Avorio, ma molta più applicazione, rigore tattico e identità di squadra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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