nostro inviato a Madonna di Campiglio
Per ragioni diverse da stamane inizia una settimana unica nella storia del motorismo italiano di rosso vestito. Ducati e Ferrari metteranno in pista diciassette titoli mondiali piloti. Diversi i motivi, molte le speranze, parecchie le tensioni previste e vari i dubbi sul bene o il male di simili scelte. Inizia oggi Ducati sulle piste innevate di Campiglio con Marc Marquez, otto titoli, e Francesco Bagnaia, due; proseguirà la Ferrari mercoledì con il primo assaggio d'asfalto per sir Lewis Hamilton, sette titoli. Dato che si tratta di primo assaggio per l'ultimo arrivato e non di presentazione, quella è fissata a Maranello il 19 febbraio, niente pista per Leclerc, zeru tituli al momento, con addosso il giusto grado di apprensione sul futuro.
Vien da sé che a due e quattro ruote l'attesa sia oltre i limiti. Nella stagione del decennale dei noti fatti di Sepang e Valencia 2015, colpi bassi e ginocchiate tra lui e Rossi, Marc Marquez che monta in sella all'ammiraglia del motorsport italiano a caccia dell'aggancio proprio a Vale a quota 9 titoli ha un suo perché declinabile come ognuno desideri: dal «non si può vedere, ha fatto perdere la Decima a Valentino» al «che meraviglia, è il più forte di tutti». Se i motivi dell'otto volte iridato sono evidenti, quelli di Ducati, visto il rendimento di Bagnaia, potrebbero sembrare più nebulosi. A spazzar via la foschia, basti però pensare che nel 2024 la Rossa e gli altri team forniti hanno vinto 19 dei 20 Gp. Che si stiano annoiando? Questo no, però mettersi alla prova fornendo la moto ufficiale al pilota più forte degli ultimi 15 anni aiuta a stare molto vigili e quindi progredire ancora. E molto vigile sarà anche Pecco.
Diverso lo spirito che ha portato Hamilton in Ferrari, dove non si cercano nuovi stimoli, tanto meno ci si annoia perché il mondiale sfugge dal 2007.
Una mossa che, se appare logica per il 40enne inglese, desideroso di superare Schumi conquistando l'ottavo mondiale, lo sembra molto meno per il Cavallino. È infatti geniale a livello mediatico, ma rischiosa guardando a età e prestazioni nel 2024. Certo, la Rossa riaccenderà Lewis. Solo che farà lo stesso con Leclerc e i suoi zeru tituli.
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