«E se finisse larga?», ha pensato Sara nel suo inconscio mentre Angelique Kerber cercava di metterla in difficoltà con un rovescio lungolinea. E larga è stata, di due centimetri, in corridoio, quel tanto che serviva per chiudere la partita al primo di quattro match-balls consecutivi. Mai pallina è stata così cara alla nostra eroina che ha lasciato cadere la racchetta e ha alzato le braccia al cielo struggendosi nel miele della semifinale appena raggiunta. Il sogno continua sulla scia delle imprese realizzate da Francesca Schiavone nelle due precedenti edizioni. E niente vieta che possa durare fino al giorno della finale.
Sulla lavagna della telecamera Sarita ha aggiunto «vamos » sotto la sua firma a dimostrazione di quanto sia fondamentale l’esperienza spagnola nella sua carriera fatta di lavoro durissimo. Il giorno che decise di giocare le sue carte a Barcellona, Pablo Lozano le disse: «Puoi diventare grande anche se sei piccola di statura, ma devi vivere di pane e tennis, anzi di tennis e tennis». Così è stato. E la romagnola dagli occhi dolcissimi si mise sull’attenti. Da allora Pablo Lozano è stato sempre al suo fianco e l’altro giorno, dopo il successo sulla Kuznetsova, ha detto al collega Scanagatta: «Sara ha superato ogni mia aspettativa. È la tennista che ogni tecnico vorrebbe sempre allenare». L’altro giorno, dopo il successo nei quarti in doppio, il coach ha parlato a lungo con lei per spiegarle come avrebbe dovuto giocare per battere la Kerber che, agli Us Open, impedì alla Pennetta di raggiungere la semifinale e figura al decimo posto del ranking.
E l’allieva ha svolto a puntino il suo compito variando il gioco con la stessa intelligenza tattica con la quale Francesca Schiavone aveva vinto il titolo nel 2010. Si è visto così un mix di pallonetti, smorzate e colpi in chop. Mai un punto di riferimento stabile. Nel primo set il canovaccio, eseguito alla perfezione, ha portato in dote un agevole 6-3. In quello successivo le cose si sono complicate con 8 break consecutivi a partire dal 2-2 e una grande opportunità persa per salire sul 4- 2.Ma nel tie-break non c’è stata storia. E Sara ha vinto la partita più significativa della carriera lasciando appena due punticini all’avversaria che non ne aveva più di testa e di fisico. E pensare che l’azzurra ha disputato tre partite di più in doppio dove in giornata giocherà una abbordabile semifinale in coppia con la Vinci. Quanto serve per mantenere la concentrazione. Mai la Errani aveva battuto una delle prime dieci giocatrici in 28 sfide:c’è riuscita con un minor numero di vincenti (28 a 33), ma anche sbagliando molto di meno ( 14 errori non forzati contro 23). In semifinale se la vedrà con la Stosur (6-4, 6-1 alla Cibulkova) che il 5 giugno di due anni fa, felice coincidenza, aveva perso la finale del Roland Garros con la Schiavone. Un’altra storia.
E poco conta, a questo punto, che l’australiana abbia battuto la nostra campionessa in due set (6-3 7-5 ma da 1-4) ai recenti Internazionali di Roma. Con il successo di ieri Sara è diventata la migliore italiana, quanto meno si piazzerà al quattordicesimo posto, e ha superato in premi la quota di un milione di dollari in questo magico 2012. «Così potrò ripagare la mia famiglia degli sforzi fatti per mantenermi all’estero dall’età di 11 anni», il pensiero di una ragazza che a tutto guarda meno che ai soldi.
Qualche mese fa ha pagato una penale di 30mila euro per lasciare la Wilson e passare alla Babolat con una racchetta di poco più lunga e pesante. Li riavrà con gli interessi. Intanto ha dedicato la vittoria, e non solo quella, ai terremotati di casa sua.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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